Un infortunio al momento sbagliato può segnare per sempre la carriera di uno sportivo. Il campione di salto in alto Gianmarco Tamberi lo sa molto bene. E con grinta e determinazione è riuscito a saltare questo ostacolo e si sta riprendendo dal grave infortunio che gli ha impedito di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016. Ora è pronto per una nuova sfida: partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Conosci meglio Gianmarco Tamberi in questa intervista e scopri la grinta e la forza di un atleta di fama internazionale.

Intervista a Gianmarco Tamberi

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L’infortunio prima delle Olimpiadi di Rio 2016 è stato un brutto colpo per te. Come hai reagito?
Nei primi due mesi di recupero dopo l’infortunio mi sono allenato tanto e bene, come forse nemmeno prima delle Olimpiadi. Sono caduto e mi sono rialzato grazie alla forza che mi trasmettono le persone che hanno continuato e continuano a incitarmi e a starmi vicino. Non mi sono arreso e non mi sono fermato.

Proprio come dice la campagna di cui sei testimonial: Insegui il Tuo Sogno, Non Fermarti Mai.
Mi identifico tantissimo in Insegui il Tuo Sogno, Non Fermarti Mai (la nuova campagna motivazionale Bridgestone). Racconta quello che sto vivendo: un lungo cammino che richiede tanta fatica.

Per gli atleti essere sempre al top della forma è molto importante. Raccontaci, come si allena un saltatore?
Il mio allenamento è diverso da quello di altri atleti. I fondisti fanno sessioni di lunga durata e prediligono la quantità alla qualità dell’allenamento. Noi saltatori invece ci alleniamo per meno ore: ci focalizziamo sulla qualità dell’allenamento e abbiamo maggiori tempi di riposo per potere essere sempre concentrati al 100% mentre ci alleniamo e per stare attenti anche al minimo errore. La mia routine, come quella di altri atleti, cambia a seconda del periodo dell’anno: in inverno gli allenamenti sono più corposi mentre nei periodi che precedono una gara sono più leggeri, perché i muscoli devono essere più riposati e le gambe più reattive.

Qual è il tuo segreto per volare sempre più in alto?
Per saltare più in alto bisogna essere leggeri. Più si è leggeri, meno difficile sarà raggiungere nuove altezze. Per questo motivo inizio la mia dieta molto tempo prima della gara. Ad esempio se devo gareggiare per i Mondiali a marzo inizio la dieta ad ottobre o a novembre e la interrompo tre giorni prima della gara. I judoki o i pugili invece fanno tutto il contrario: mangiano quello che vogliono fino a circa 5 giorni prima della gara e poi si mettono a dieta.

In gara che cosa influisce di più sulla tua prestazione?
In gara siamo tutti più o meno allo stesso livello. La differenza la fa chi è più allenato mentalmente. Non è tanto importante essere sicuro di sé, ciò che conta è non sentire troppo la pressione e lo stress.

Oltre che per le tue prestazioni in pista sei anche famoso per il tuo stile. Com’è nata l’idea di raderti la barba a metà?
È nata per gioco tempo fa. Era il 2011 e stavo partecipando ai Campionati Italiani Juniores. Avevo tanta paura di fare quella gara perché non ero al top della forma a causa di un precedente problema fisico e per scaricare la tensione, e anche per gioco, mi sono tagliato la barba a metà. Ricordo che sono salito in pedana pensando: “chi se ne importa, mi devo divertire”. Mi portò bene. Non solo saltai senza problemi ma superai il mio record (2.14 m) e raggiunsi quota 2.25 m. Sicuramente era merito della barba (ride ndr). La volta successiva, ai Campionati Europei Juniores di Tallin, mi sono tagliato di nuovo la barba a metà e mi sono messo al collo la mia prima medaglia a livello internazionale. Da allora non posso fare a meno di ripetere questo “rituale” prima delle gare. È diventato il mio marchio di fabbrica.

Famoso per le sue vittorie (campione mondiale indoor a Portland 2016) e la sua barba rasata a metà, Gianmarco Tamberi rappresenta a pieno lo spirito di Insegui il Tuo Sogno, Non Fermarti Mai. Sempre pronto a rialzarsi e a combattere. Non a caso è il presente e il futuro dello sport azzurro. Come l’amico Gregorio Paltrinieri, che abbiamo intervistato per voi. Non perderti prossimamente la sua intervista qui su menshealth.it.


Intervista a cura di Victor Venturelli e di MH Team