Differenze tra birra e vino

La materia prima
La prima grande differenza è la materia prima. Orzo maltizzato nel caso della birra, centinaia e centinaia di tipi di uve provenienti da centinaia e centinaia di luoghi diversi per il vino. Ovvero: la materia prima della birra è sostanzialmente la stessa ovunque, mentre la varietà è la caratteristica fondamentale dei vini. Una varietà legata alle uve, ai luoghi, alle tradizioni, a una filosofia produttiva che inizia addirittura con sistemi agricoli che possono essere ispirati alla biosostenibilità, alla biodiversità e a tecniche produttive poco invasive. Aspetti in qualche caso comuni anche alla produzione di birra ma in una percentuale molto minore.

Le caratteristiche
La stragrande maggioranza delle birre in commercio è il risultato di una produzione molto industrializzata. Esistono birrerie anche molto lontane dai luoghi di coltivazione dell’orzo, persino nel centro di grandi metropoli, dove una materia prima del tutto estranea a quei posti viene lavorata con protocolli produttivi assai simili fra loro, e le differenze le fanno l’acqua utilizzata per il processo di maltizzazione, la tostatura iniziale dell’orzo e le conce usate per dare sapori e odori diversificati, prima fra tutte il luppolo. Tant’è vero che le grandi famiglie di birre, Ale, Lager, Pils, si caratterizzano sostanzialmente a partire dai sistemi di produzione assai più che dalla materia prima.

Tutto il contrario per il vino, che fa proprio della sua molteplicità espressiva la caratteristica più distintiva. Noi chiamiamo allo stesso modo “vino” un Barolo, un Passito di Pantelleria e un Franciacorta. Cioè un rosso da invecchiamento, un ambrato dolce e un bianco secco con le bollicine. Il primo piemontese, il secondo siciliano e il terzo lombardo.

Vino o birra: che cosa bere

La distinzione è anche culturale, con la birra che, a dispetto di un’origine antichissima, addirittura in epoca egizia, oggi è ormai diventata una bevanda modernissima, in buona parte apolide (una Ale, originariamente britannica, può essere prodotta anche nel centro di Milano) che basa la sua appetibilità sulla facile bevibilità e sul prezzo basso, intercettando un pubblico più giovane e interessato a quegli aspetti, mediati da un edonismo individuale.

Il vino, invece, puoi berlo e capirlo solo dopo una certa età, in genere 26/28 anni, costa relativamente di più, soprattutto nei Paesi non produttori, e dev’essere conosciuto in molte delle sue espressioni territoriali per apprezzarne il significato. Che cosa bere allora? Entrambi a seconda delle circostanze. Sempre con il cibo il vino, anche solo per dissetarsi la birra, specie se a bassa gradazione. Ma soprattutto sempre in quantitativi modici e mai mettendosi alla guida subito dopo.

Testo a cura di Doctor Wine