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Gravel è passione, gravel è adrenalina, gravel è natura, gravel è tuttofare. Gravel è asfalto ma anche strada bianca, brecciolino e sentiero, pista ciclabile e single track, tornante in salita e tragitto casa-ufficio.

Gravel è fuga, per ritrovare se stessi. Gravel è moda, è stile, è una tribù che pedala, che si riconosce, si nasconde e poi si mimetizza. Se ami la bicicletta e l’outdoor ma non hai ancora provato una bici gravel, forse è giunto il momento per farlo. Scoprirai un mondo, un modo nuovo di andare in bicicletta, un’etichetta di stile; verrai trascinato dalla voglia di pedalare, sempre e comunque, dall’essere in sella in qualunque istante e in qualsiasi modo.

Le bici gravel non sono un successo di mercato effimero: certo, la conferma la avremo solo tra qualche anno, quando misureremo se questi modelli resisteranno al passare del tempo tanto quanto le mountain bike, magari evolvendosi ancora una volta. Fin qui però stanno dimostrando di essere un segmento con decine di migliaia di estimatori e sempre nuovi appassionati.

Gravel, di cosa stiamo parlando

Forse ti sarai chiesto più volte in cosa si distingue una bicicletta gravel da un modello stradale endurance. Se non conosci il gravel e non hai mai provato una bici di questo tipo, è normale. La gravel è una bici molto simile anche se differisce per alcuni tratti caratterizzanti.

In primis le geometrie del telaio, sicuramente ispirate ai modelli stradali, ma rilassate, con angoli più aperti e il carro posteriore più lungo. Sono mezzi che devono essere stabili, sempre, su fondi diversi, e soprattutto comodi, anche per chi li usa per ore e ore. Il tubo verticale è meno perpendicolare al terreno e questo permette al telaio di assorbire meglio le vibrazioni. I freni, ovviamente, sono a disco, nella maggior parte dei casi idraulici.

E le ruote? Potremmo convenire sul fatto che le ruote sono forse l’aspetto più evidente che marca la differenza tra un modello gravel e uno da corsa, classico: se i cerchi sono in entrambi i casi da 700c, i copertoni invece cambiano e sulle gravel sono normalmente tra i 30 e i 40 mm, ma ci sono casi in cui si arriva persino a 50. Quasi come delle mountain bike, capaci di divorarsi qualsiasi tipo di terreno, che sia di brecciolino o uno sterrato con pietre e altri ostacoli.

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Stile gravel, puro piacere di pedalare

La bici gravel, un po’ come nel caso della mountain bike, ti spingono verso la natura. Si muovono agili su strada, sulle salite, anche in città (il loro essere adattabili e tuttofare le fa diventare grandi alleate anche dei commuter), ma il loro ambiente naturale è il bosco: la strada bianca, quella sterrata, di ghiaia, ma anche il sentiero che si snoda tra gli alberi, su e giù dai pendii.

Sono un richiamo al verde, al rispetto dell’ambiente, sono la chiave per entrare in contatto con la natura e perdersi, pedalare e soprattutto divertirsi. E questo non è un aspetto banale. Anche se esistono numerose competizioni per bici di questo genere, le gravel sono associate più semplicemente al puro piacere di pedalare, di girare, scoprire, conoscere.

Certo, c’è la fatica, il superamento dei limiti, soprattutto quelli personali: ma nello stile gravel non c’è gara, l’agonismo è un aspetto tangente, non centrale. Andare in gravel deve essere prima di tutto divertente, un modo per azzerare lo stress, stare bene con se stessi, in sella.

Bikepacking e viaggi

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Strumento di conoscenza. Lo abbiamo già detto. Più in generale potremmo tutti asserire sul fatto che di per sé la bici ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e il luogo dove la stiamo usando.

Rispetto a un modello da corsa però la gravel è votata ai viaggi: in particolare in assetto bikepacking, quindi con le borse attaccate direttamente al telaio. Scordati i grandi borsoni dei cicloviaggiatori che fanno il periplo del pianeta.

Le borse da bikepacking sono leggere e minimal, adatte ai viaggi brevi e veloci. Un fine settimana sui pedali? La risposta è nella bici gravel, con la quale potrai affrontare qualsiasi tipo di terreno, senza preoccupazioni, e nelle borse da bikepacking, per portare con te solo lo stretto necessario.

Gravel e bikepacking sono un inno all’essenzialità. Che non guasta, anzi: si stanno ingrossando le schiere di quelli che nel weekend desiderano “sconnettersi” dalle comodità ma anche dagli impegni della vita contemporanea e restare un po’ soli nella natura. Tu sarai il prossimo, devi solo iniziare!

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5 percorsi gravel per i tuoi prossimi fine settimana

Costeggiando un fiume, un torrente, un ruscello. Oppure valicando gli Appennini. Non ci sono solo le classiche strade bianche: se cerchi un percorso gravel ne troverai a decine, anche vicino a casa, basta solo cercarli (sulle app dedicate come Strava, Komoot o Wikiloc) e salire in sella, all’avventura.

Di seguito ne mettiamo in evidenza alcuni tra i più noti d’Italia, battuti dai cicloturisti durante i loro viaggi o anche semplicemente dai gravel biker nelle loro uscite in giornata.

1. SUL TRACCIATO DE L’EROICA, TUTTO L’ANNO

L’Eroica non è solo una corsa ma è diventata il simbolo di un movimento. E allo stesso tempo dicendo Eroica si evocano i paesaggi dell’entroterra toscano, i filari ordinati di cipressi sulle colline, e ovviamente le strade in ghiaia che uniscono borghi e pievi. Il percorso permanente dell’Eroica è segnato e tracciato e quindi si può ripercorrere tutto l’anno, non solo in occasione della gara. Il tracciato si muove tra le province di Siena e di Arezzo e misura 209 km e quasi 4mila metri di dislivello.

2. LUNGO LA VIA DEGLI DEI

Da Bologna a Firenze superando l’Appennino. È la Via degli Dei, percorso per gravel biker molto esperti, forse più consono a chi si muove in mountainbike, ma non per questo impossibile per gli amanti del brecciolino più temerari e preparati. Il tracciato unisce i due capoluoghi di provincia; partendo da Bologna si pedala fino a superare il passo della Futa, tra campi coltivati e boschi, su strade sterrate o single trail per camminatori. In tutto circa 130 km e 3.200 metri di dislivello.

3. GRAVEL SULL’ALTA VIA DEL SALE

Tra le Regioni più votate all’outdoor c’è certamente la Liguria, riferimento a li-vello internazionale per la mountainbike. Tra i percorsi gravel liguri più belli ci sono senz’altro quello delle Cinque Terre, che si specchia sul mare cristallino, ma anche l’Alta Via del Sale, tracciato che ricalca quello che usavano commercianti, pastori e mulattieri per muoversi dalla Riviera e dal centro Italia verso le Alpi. L’itinerario consigliato va da Limone Piemonte, in provincia di Cuneo, a Monesi (Imperia) e poi fino a Ventimiglia. Si pedala su sterrato, arrivando anche oltre i 1500 metri di altitudine.

4. COSTEGGIANDO LAMBRO, ADDA O VILLORESI

La Lombardia è ricca di percorsi che sono ormai marchiati “gravel”. Alcuni di quelli più divertenti e famosi (e allo stesso tempo facili e comodi, anche perché permettono di sfruttare la rete dei trasporti locali) sono quelli che costeggiano i corsi d’acqua: la Ciclovia del Lambro, per esempio, nel suo tratto che va da Monza verso Lecco. Oppure quella dell’Adda, forse l’emblema del percorso adatto alla bici gravel. O ancora quella del Villoresi. Si può anche studiare un tragitto che le colleghi, qualora vogliate stare in sella parecchie ore.

5. SULLA CICLOVIA DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE

Dalla provincia di Avellino fino al Salento. Tra le ciclovie più in voga in questo mo-mento c’è sicuramente quella dell’Acquedotto Pugliese, così chiamata perché si muove lungo le condotte del Sud del nostro Paese. Il tracciato integrale è perfetto per le bici gravel e misura circa 500 km. Si segue prima il Canale Principale, da Caposele a Villa Castelli, quindi il Grande Sifone Leccese, che arriva fino a Santa Maria di Leuca e alle sue spiagge. L’itinerario attraversa in tutto tre Regioni, Campania, Basilicata e Puglia.