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Correre su strada, nei sentieri oppure nella comodità di casa o di una palestra, utilizzando il tapis roulant? È da sempre il dilemma di tanti appassionati della corsa.

Per qualcuno, l’obiettivo è solamente fare chilometri, dunque che sia su un nastro o al parco poco conta. Altri invece sono convinti che la principale qualità della corsa stia proprio nella libertà di poter scegliere di volta in volta il proprio luogo d’allenamento, respirando aria fresca e riconnettendosi con la natura.

Bene, qualunque sia la tua scelta, sappi una cosa: dal punto di vista scientifico, i due metodi hanno tantissimi punti in comune e pochissime differenze.

Strada o tapis roulant? Non c'è differenza

Lo conferma un lavoro pubblicato qualche tempo fa da Sports Medicine che ha analizzato 33 diverse ricerche sul tema. Le differenze osservate, pur lievi, sono di tipo soprattutto biomeccanico e riguardano l’impatto del piede, la flessione del ginocchio e lo spostamento verticale del bacino.

Una cosa è importante: a quanto pare la vecchia regola diffusa tra gli utilizzatori più assidui dei tapis di inclinare il nastro dell’1 per cento non ha una valenza scientifica. Ciò che emerge dal lavoro di studio è che chi corre su tapis roulant, ha la tendenza a ridurre l’appoggio tallonare, spostando il primo impatto al terreno sulla zona del mesopiede.

Correndo sull’asfalto avviene esattamente il contrario. A influire è il tentativo del nostro corpo di adattarsi al diverso tipo di superficie. Questa condizione di adattamento è data innanzitutto dal fatto che quando si corre sul nastro si ha una sensazione di minor stabilità; infatti, generalmente, l’ampiezza della falcata risulta più corta.

Il disagio può essere impercettibile, ma può comunque influenzare il nostro stile di corsa e dunque il nostro allenamento. Senza contare che la velocità del nastro altera leggermente la nostra andatura.

Quando correre su tapis e quando su strada

Una delle ricerche prese in considerazione ha evidenziato che la corsa sul treadmill è meno impattante sulle tibie rispetto alla corsa all’aperto. A determinare un maggior comfort generale per il polpaccio è la relativa morbidezza del tapis rispetto all’asfalto. Al contrario, la pedana può diventare controproducente se si sta affrontando i postumi di un infortunio al polpaccio o di una infiammazione al tendine di Achille.

Una delle consuetudini più diffuse soprattutto in palestra, è quella di aumentare di un 1 per cento la pendenza del tappeto per compensare la mancanza di resistenza dell’aria e rendere lo sforzo più vicino a quello che si verifica correndo all’aperto. Ciò che emerge è che questo incremento di pendenza del tapis non ha effetti particolari, perché già in condizioni normali lo stile di corsa è piuttosto simile a quello che si ottiene correndo all’aperto.

Questa accortezza più essere utile ai runner che corrono a velocità di almeno 4’40” al km, quando la mancanza della resistenza dell’aria può di-ventare significativa.

In definitiva la differenza principale tra i due ambienti di corsa è piuttosto legata alla sensazione che prova ognuno di noi. Alcuni trovano il tapis roulant noioso, altri lo trovano più veloce e avvincente. In generale la strada (e ancora di più il sentiero del parco) offre il vantaggio di potersi allenare su una superficie irregolare che costringe il corpo a continui adattamenti e a un costante esercizio propriocettivo (pensate al saliscendi dai marciapiedi o alla corsa tra le asperità di un sentiero). Al contrario il tapis è generalmente più morbido dell’asfalto e offre sollievo ai nostri muscoli.