Dicono che le motivazioni siano il miglior carburante. È certamente vero, ma i sogni ‘bruciano’ di più e più a lungo, Più combustione, più durata, più slancio. Tra Caerano di San Marco, Treviso, e Miami ci sono 8.146 chilometri, ma adesso sembrano giusto qualche centinaio di metri. Ora che il passo s’allunga, la falcata diventa decisa e il progetto #RunWithMe griffato Diadora, se non proprio dietro l’angolo, si fa sempre più prossimo. Sì, perché ormai mancano solo quattro mesi alla Halloween Half Marathon di Miami Beach (in agenda sabato 26 ottobre), dove si correrà accarezzando l’oceano in su e in giù, prima verso Nord e poi, girata la schiena, verso Sud e verso il traguardo.

Nel frattempo, in provincia di Treviso, a Caerano per l’appunto, si sono radunate due dozzine di magliette arancio-fluo (per lui...) e azzurro oceano (per lei...), tutte addosso ad altrettanti sognatori. Gente che ha fatto della corsa un motivo per trovare - e questa volta per lanciare - una nuova sfida. Venti persone (più influencer e giornalisti al seguito), pressapoco d’ogni età e provenienza. Pendono tutti dalle labbra di Gelindo Bordin, Oro olimpico a Seul nel 1988. Sta dando loro, con l’accento veneto e col brio che lo contraddistinguono, i consigli utili per arrivare in fondo a quel sogno: completare i 21 km e pochi metri dell’Halloween Half Marathon.

Lancia verso la mini platea frasi semplici, assimilabili in fretta anche da occhi rapiti dalle immagini del mare blu sullo sfondo: “Fare la mezza maratona non è assolutamente difficile”. Perché “Chiunque, anche chi non ha mai corso in vita sua, può arrivare a correre un’ora”. E da lì il passo è breve, verso l’obiettivo. Con una precisazione: “Guardate che non si è felici perché si ha successo, si ha successo perché si è felici”. Davanti a lui ci sono una dozzina di corridori provetti, di quelli che quando escono per la sessione lo fanno con scarpa e canotta giusta, GPS e cardio al polso, occhialino tecnico: tutto al posto giusto.

Il bello è che questa volta, nel seggiolino di fianco a ognuno di loro, c’è l’amico se non del tutto pigro, un po’ naif. Il ventaglio dei ritratti è vasto: da quello che non ha mai corso a quello con un filo di pancetta che tradisce benessere e maneggevolezza di forchetta. Mal celato, tra i pigri, c’è anche qualche runner di primo pelo, con una manciata di km nei polpacci ma comunque senza la sensibilità che gli permetterebbe di cogliere, per esempio, le sfumature di una scarpa tecnica ‘da lento’ né di conoscere le corrette posture da tenere per ottimizzare la falcata.

La sfida di Diadora, l’hashtag #RunWithMe (corri insieme e me, per i meno anglofoni), racchiude proprio questo spirito. Affiancare una persona del primo stampo a una del secondo. La composizione dei tandem è saltata fuori tramite contest: il più attivo s’è scelto un amico, parente, conoscente da ‘sfidare’, insieme si sono filmati e si sono fatti votare da social-amici e affini a suon di like e share. 44 mila voti in tutto, nel giro di poche settimane, hanno scalpellato il verdetto: a sognare (e a volare a Miami, gratis, dal 24 al 29 ottobre), questa volta, tocca a tutti loro.

“Ma stavolta ce la prendiamo molto più comoda, la ‘mezza’ è una festa e così la vivremo e la prepareremo”, dal vangelo secondo Bordin. Il termine di paragone è del 2017, quando 20 donne andarono sempre con Diadora a New York per correre la Maratona, quella con la M maiuscola. Le allenò e le preparò personalmente lui: “Lì c’era poco da scherzare, anche se noi abbiamo riso tanto e tanto ancora. Le maratone però sono una cosa seria, qui è lo spirito che è diverso”.

La prima due giorni, con tanto di consegna di borsone con tre maglie, due pantaloncini, scarpe e ‘primo strato’, è stata l’occasione per conoscersi. Lo spirito di squadra e lo ‘spogliatoio’ dove c’è corsa non mancano mai. Se spruzzate tutto con un goccio di prosecco del luogo, l’amalgama è bella e fatta. I saggi consigli del ‘Maestro’ Bordin, oggi figura di punta del management Diadora, una sessioncina di training molto condensata nella palestra aziendale e una corsetta tra i vigneti sono stati soltanto l’atto primo. Anzi, è stato il primo chilometro - virtuale - verso la linea del traguardo di South Pointe Park.

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