QUANDO HAI CAPITO CHE CORRERE ERA QUELLO CHE VOLEVI FARE DAVVERO?

Subito dopo aver fatto la prima gara: era il 2013, alla Coppa Intereuropa storica, la mia prima gara in assoluto, dove correvo in coppia con mio padre a bordo di una Giulietta Sprint. In quel momento ho capito che quelle emozioni erano la mia vita e che non vedevo l’ora di tornare a provare quella scarica di adrenalina che solo le macchine da corsa mi possono dare. Nella mia carriera ho corso un po’ ovunque: ho iniziato dalle gare in pista, per poi passare alle cronoscalate, alle gare in salita, ai rally e alle gare su ghiaccio. Ho persino fatto (e vinto) una gara di regolarità.

LA TUA PRIMA CORSA, CHE RICORDO NE HAI?

Della prima gara ricordo ogni cosa, come fosse ieri. Mancava una settimana al mio esame di maturità ma mi era stata offerta la possibilità di debuttare in una gara nella Coppa Intereuropa storica all’Autodromo Nazionale di Monza, pochi mesi prima del Gran Premio di F1 nella stessa pista. Ero emozionantissima e allo stesso tempo ansiosa per la paura di non essere all’altezza o di non sapermela cavare. Invece è stato tutto naturalissimo, ho cercato di dare il meglio e ho semplicemente fatto tutto ciò che dovevo. Mi ero allenata tanto anche al simulatore per memorizzare il tracciato, ma la difficoltà più grande è stata gestire le emozioni.

LA FIBROSI CISTICA È UNA PATOLOGIA CHE TI PORTI DIETRO DA SEMPRE. COME SEI RIUSCITA A CONIUGARE LO SPORT E LE CURE NECESSARIE?

La fibrosi cistica è una malattia genetica, quindi mi accompagna dalla nascita. Dopo pochi giorni, con lo screening neonatale, confermato poi dal test del sudore, mi è stata diagnosticata la malattia e dopo meno di un mese ero già in cura al Centro fibrosi cistica di Milano. Da allora non ho mai smesso di curarmi: ogni giorno fisioterapia respiratoria, mattina e sera, i ricoveri in ospedale, le visite di controllo ogni mese e tutto ciò che ne consegue.

È UNA PATOLOGIA CONOSCIUTA CHE È IN QUALCHE MODO POSSIBILE CURARE O PREVENIRE?

La patologia è poco conosciuta anche se molto diffusa. In Italia ci sono più di 8 mila pazienti e nel mondo sono più di 70 mila. Un altro dato importante, che ci deve far riflettere, è che una persona su 25 è portatore sano e non lo sa e se incontra un altro portatore sano ha una possibilità su 4 di generare un figlio malato (come è successo ai miei genitori). Si può prevenire grazie a un semplice esame del sangue, che si può fare nei centri specifici (basta digitare su internet “test del portatore sano”) così da affrontare una gravidanza consapevole. Stiamo lavorando nel rendere più accessibile il test, sia come prezzo, sia come numero di centri specializzati. È importantissimo fare prevenzione e infatti è nei miei obiettivi finanziare uno studio e un metodo per avvicinarsi alle giovani coppie dei portatori sani che vogliono avere figli con consapevolezza.

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HAI CREATO UN PROGETTO TUTTO TUO PER SOSTENERE LA RICERCA SULLA FIBROSI CISTICA?

#CorrerePerUnRespiro è il progetto che unisce la mia passione per i motori a ciò che mi sta più a cuore: finanziare la ricerca scientifica e sensibilizzare l’opinione pubblica su una tematica importante. Oggi non esiste una Rachele pilota disgiunta dalla Testimonial del mio progetto. Sono fiera e riconoscente verso chi ha manifestato interesse per il progetto perché grazie al costante supporto di moltissime persone siamo riusciti a raccogliere oltre 200 mila euro di donazioni che abbiamo destinato a 3 diversi progetti di ricerca della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica Onlus. Questo mi ripaga della fatica e del tempo che ci ho dedicato. Anzi, se devo essere onesta, questa è la mia vittoria più grande e che mi rende più felice.

COME SONO I TUOI ALLENAMENTI IN VISTA DELLE GARE?

C’è da precisare che la fibrosi cistica si manifesta in maniera differente in ogni paziente, non esiste un malato uguale all’altro. Una delle mie mutazioni è di quarta classe, quindi più lieve rispetto all’altra, e ha mitigato il decorso della malattia fino ad oggi. Per questo, nonostante la routine pesante e alcuni imprevisti, ho potuto realizzare il mio sogno di diventare pilota di rally. La mia capacità respiratoria è al 70%, non troppo compromessa quindi, ma ci sono anche ragazzi che a 27 anni devono sottoporsi a un trapianto polmonare perché non superano il 20% di capacità e devono usare l’ossigeno. Detto questo, per me lo sport è davvero una “seduta di fisioterapia” in più e quindi cerco di allenarmi come un atleta vero, pur dovendo seguire alcuni accorgimenti. Ho un programma di allenamento specifico per migliorare la performance in gara, alternando cardio, pesi, funzionale e sport all’aperto come lo sci alpinismo, il nuoto, la bici. Tutto per allenare il fiato e la resistenza fisica.

SEGUI UNA DIETA PARTICOLARE PER MIGLIORARE LE TUE PERFORMANCE?

Ho un piano alimentare studiato da una nutrizionista per la mia vita di tutti giorni e uno specifico per le gare che mi aiuta a migliorare la performance e la concentrazione, puntando quindi sulla digeribilità e sui nutrienti che mi danno l’energia giusta al momento giusto. Anche per questo prediligo pasti leggeri ma frequenti.

QUALI SENSAZIONI PROVI QUANDO SEI AL VOLANTE?

Quando sono in macchina tutti gli altri problemi scompaiono. Sento di essere nel posto giusto, al momento giusto e non c’è niente che mi renda così felice come quando ho il casco allacciato e il motore acceso. Mi sento tutt’uno con l’auto e cerco di avere un buon ritmo durante le lunghe prove speciali e i giorni di gara. I rally sono lunghi e dietro l’angolo ci sono sempre mille imprevisti: bisogna essere pronti a tutto… come nella vita!

QUANTO È IMPORTANTE LA COMPONENTE MENTALE?

Molto. L’ho capito solo con il tempo quanto fosse fondamentale anche l’allenamento mentale. Ho un’amica che è anche psicologa sportiva e mi ha dato alcuni consigli per migliorare la performance. L’importante è essere concentrati e cacciare via i pensieri e le ansie che certe volte ti assalgono. Bisogna essere pronti ad ammettere gli errori per tornare subito a dare il meglio di sé.

ANCHE IL MONDO DEL RALLY STA PENSANDO ALLE AUTO ELETTRICHE?

Ci sono alcuni regolamenti nuovi che parlano di Rally ibridi nel 2024. Esistono già vetture completamente elettriche e campionati dedicati alla sostenibilità. Ad oggi però non credo che le batterie e il loro smaltimento siano meno inquinanti del carburante. Vedremo se ci saranno altre vie percorribili in futuro, per ora sembra ancora molto lontano.

#CORREREPERUNRESPIRO

Rachele è affetta dalla nascita da fibrosi cistica e dopo i primi anni di volontariato nel 2016 si concretizza il progetto #CorrerePerUnRespiro che la vede come Testimonial e volontaria della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica Onlus impegnata nell’attività di sensibilizzazione e raccolta fondi nell’ambito del motorsport.

@rakellyna @rachelesomaschini94

CHI È RACHELE SOMASCHINI

Pilota milanese classe 1994, ha intrapreso la sua carriera nel motorsport con un messaggio forte: “Sei tutti i limiti che superi” una frase che ripeteva spesso con una sua cara amica, Angelica, che come lei ha dedicato la propria vita a una causa importante: sostenere la ricerca sulla fibrosi cistica e farlo cercando di realizzare i propri sogni.

Eredita dal papà Luca la passione per i motori, fin da bambina predilige le macchinine e la passione per tutto ciò che ha motore. Dopo una parentesi con motard e motocross, a 18 anni prende la patente della macchina e subito dopo anche la licenza sportiva. Nel 2014 esordisce alla Coppa Intereuropea Storica all’Autodromo di Monza, in coppia con il papà Luca su una Alfa Romeo Giulietta Sprint. Nel 2020 debutta nel Campionato Europeo, disputa tre gare di Campionato del Mondo (WRC) e diventa membro del FIA Women in Motorsport, il programma varato dalla Federazione Internazionale per promuovere la presenza femminile nelle competizioni automobilistiche. Dal 2017 Rachele è Istruttore Federale ACI Sport di Secondo Livello e collabora con alcune scuole di pilotaggio per corsi di Guida Sicura e Sportiva. Rachele è impegnata come Test Driver di EVO Magazine.