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Galeotte sono state le dichiarazioni di Rafael Nadal, fresco vincitore del Roland Garros, che si è presentato ai microfoni di Eurosport in stampelle e alla domanda sul numero di infiltrazioni fatte per poter giocare il torneo, ha risposto sorridendo alla giornalista (una ex tennista): "E' meglio che tu non lo sappia".

Apriti cielo. Thibaut Pinot, ciclista francese del team Groupama Fdj, ha retwittato le dichiarazioni del tennista commentando "Gli eroi di oggi...". A rincarare la dose ci ha pensato il collega Guillaume Martin, della Cofidis, che in una intervista a L'Equipe ha usato parole dure contro Nadal e in generale contro i tennisti: "Se un ciclista facesse la stessa cosa, a parte che nel ciclismo è comunque proibito, ma ammettiamo non lo fosse, tutti gli salterebbero addosso qualificandolo come dopato".

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COSA HA DETTO MARTIN SU NADAL E IBRAHIMOVIC

"Questo perché c’è uno sfondo culturale e degli stereotipi propri al ciclismo. Mentre la gente incensa Nadal per essere stato capace di fare quello che ha fatto oltre il dolore. Mi sembra che anche Zlatan Ibrahimovic abbia detto che ha giocato con infiltrazioni al ginocchio. Loro passano per eroi perché vincono col dolore, ma di fatto si aiutano con sostanze per sopportare il dolore, ed ancora una volta, è una cosa molto al limite. Un vincitore nel ciclismo, in particolare quello del Tour de France, anche senza il minimo indizio è automaticamente accusato di essere dopato", ha aggiunto Martin.

"Come molti ciclisti ho avuto delle tendiniti ad un ginocchio. Ho corso tutto un giro di Catalogna ed un giro della Sicilia con una tendinite. Avevo dolore, non sapevo se sarei riuscito a partire nella tappa del giorno successivo, e chiaramente sarebbe stato tutto facile con un’infiltrazione, ma non lo so. Il tennis ha dei parametri molto simili al ciclismo, è uno sport di resistenza con delle accelerazioni, quindi penso che gli stessi prodotti possano avere un effetto dopante anche per il tennis. In questi casi non vedo perché ci debbano essere regolamenti differenti", ha aggiunto il ciclista francese.

TENNIS E CICLISMO TRA DOPING, REGOLE, ACCUSE

Sotto accusa, dunque, le infiltrazioni alla caviglia sinistra del tennista maiorchino. Che, secondo i ciclisti, sarebbero una forma di doping, cioè aumenterebbero le prestazioni dell'atleta (in questo caso avrebbero "tenuto in piedi" un giocatore che altrimenti andrebbe in giro in stampelle, fino a portarlo a vincere uno dei tornei più prestigiosi al mondo).

I controlli anti doping sui tennisti vengono svolti su campioni di urine (e non di sangue). E le regole sono dettate dall'ITF, che, in collaborazione con ATP e WTA, ha stilato il TADP, Tennis Anti Doping Programme, che segue i dettami della WADA, l'agenzia mondiale anti doping. Nadal ha fatto ricorso ai farmaci dopo il torneo francese e questa pratica è normata come TUE, trattamento per uso terapeutico: ai tennisti è concesso un permesso temporaneo per assumere una determinata sostanza per la cura di patologie o infortuni.

I casi di doping nel tennis, in realtà, sono stati diversi nella storia della disciplina. Uno dei più illustri è stato quello di Maria Sharapova che aveva utilizzato il Meldonium, un farmaco che secondo uno studio del Drug Testing And Analysis Journal migliora in modo sensibile la resistenza alla fatica di un atleta e la sua capacità di recupero. La tennista russa era risultata positiva pochi mesi dopo che il Meldonium era stato estromesso dalla lista dei farmaci consentiti.

Il ciclismo, dal canto suo, è ugualmente uno sport che è stato toccato, possiamo dire "macchiato" da casi di utilizzo di sostanze dopanti che hanno fatto scalpore perché hanno riguardato grandi campioni di questa disciplina (uno su tutti, Lance Armstrong). Quello che i ciclisti francesi hanno chiesto con le loro dichiarazioni, in realtà, è solo una parità nel regolamento: le parole di Pinot e Martin, forse, sono anche il segnale di un cambio di mentalità importante che riguarda il mondo dello sport moderno e che vede nell'utilizzo diffuso dei farmaci una pratica ai limiti e comunque poco rispettosa del benessere degli atleti e del concetto più vero di sport.