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Nei Paesi scandinavi è tradizione per i più temerari fare il bagno nelle acque ghiacciate durante i mesi invernali per poi concedersi una sauna a tutto vapore e riprendersi dal freddo.

In Italia, solitamente il primo giorno dell’anno, i social vengono invasi da foto e video di tuffi o nuotate veloci nel mare o nelle acque di lago nonostante le temperature non proprio miti.

In uno studio pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine, coloro che hanno partecipato alle sessioni di nuoto in acque libere (e fredde) almeno una volta alla settimana, seguite da una sauna calda, hanno avuto un vantaggio metabolico rispetto a coloro che non vi hanno partecipato.

Nuotare in acque libere dà un vantaggio metabolico

L’esposizione alle basse temperature consente di migliorare la termoregolazione, cioè la capacità di regolare la temperatura corporea. Il gruppo che si è allenato nelle acque fredde è stato in grado di sopportare meglio il freddo - un’abilità che può tornare sempre utile se decidi di allenarti al mattino presto in questa pazza primavera - e potrebbe rinfrescarsi più efficacemente anche con temperature calde.

Non solo, questo adattamento alle temperature significa anche che i loro corpi hanno iniziato a bruciare più calorie nel tentativo di mantenere una temperatura più confortevole, il che porta gli esperti a ipotizzare che le nuotate in acqua fredda potrebbero essere una strategia promettente per aumentare la spesa energetica e quindi dimagrire.

Lo stesso team di esperti intende procedere con un nuovo studio su soggetti in sovrappeso. Alcune recenti ricerche dell’Università di Portsmouth mostrano inoltre che un tuffo veloce in acque fredde migliora l’umore con una graduale riduzione nei sintomi della depressione. Vale la pena sfidare le basse temperature.