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Foto Pierluigi Benini

Sono partito il 19 maggio 2019 con soli 50 euro in tasca che mi ha regalato un amico. Non avevo un’attrezzatura specifica, solo uno zaino e una tenda. Zero esperienza. Non avevo neppure organizzato il viaggio: l’avventura doveva essere totale, con un solo punto fermo, quello di percorrere a piedi il perimetro dell’Italia, camminando sul suo confine più estremo, lungo il mare quando possibile.

Sono partito all’età di 27 anni da San Nicandro Garganico, un paese di 13 mila anime in provincia di Foggia; avevo un lavoro, facevo il macellaio, ma ho deciso di lasciare tutto. Volevo scoprire il mio Paese in un modo del tutto speciale, con le sole mie forze, e allo stesso tempo crescere e migliorarmi.

Ho già percorso 10 mila chilometri: me ne restano circa un migliaio per riabbracciare la mia famiglia: papà, mamma e fratello e tutto il paese che il prossimo ottobre (quando terminerò il perimetro) mi preparerà una grande festa.

Da circa sette anni meditavo di partire per fare qualcosa che era totalmente fuori dagli schemi; in cuor mio sapevo che avrei intrapreso un cammino che mi avrebbe cambiato per sempre la vita. E così il momento è arrivato. Avevo scritto su un foglietto che a 27 anni avrei fatto una cosa folle e senza rendermene conto a quell’età è iniziato tutto.

Non volevo fare qualcosa che era già stato fatto: l’idea era di creare qualcosa di nuovo e così ho pensato di percorrere a piedi l’intero perimetro dell’Italia, comprese le isole maggiori, ovvero Sicilia, Sardegna e Isola d’Elba. Uno dei cammini più belli e difficili che ci siano. Difficile perché trovi asfalto, sterrato, pietre, montagne, sabbia, strapiombi, laghi. Non manca nulla.

Ho camminato tanto e ho consumato tre paia di scarpe: l’ultima mi ha accompagnato per oltre 5 mila chilometri e per la verità è conciata proprio maluccio, con buchi un po’ ovunque, ma va bene così, voglio farcela con le mie forze, senza aiuti esterni.

Il luogo più bello che ho visto è la costa della Sardegna: la sua natura selvaggia mi ha colpito molto.

Quando sono partito pesavo 86 kg: nei primi 2 mesi e mezzo ho perso 17 kg. Poi il metabolismo si è adattato, ho iniziato a mangiare qualcosina in più e ho recuperato un po’ di peso. Ora sono a meno 11 kg rispetto a quando sono partito e mi sento in perfetta forma.

Mangio una sola volta al giorno, quando termino la tappa. Possono essere le 6 del pomeriggio, oppure l’una di notte, dipende da quando finisco. In genere mangio 200-300 grammi di pasta o dei noodles che cucino su un fornelletto, o meglio in una stufa pirolitica fatta con pezzi di latta; è leggerissima, facile da trasportare, l’ho costruita nel periodo della quarantena.

Ora riesco a gestirmi meglio, ho qualche soldino da parte che guadagno grazie al mio canale di youtube, e riesco a fare delle spese giornaliere di 2-3 euro al massimo. L’avventura doveva terminare entro un anno ma, per via del lockdown causato dall’emergenza Covid-19, ho prolungato un po’ tutte le tappe e ora mi ritrovo con questo ritardo.

Il periodo di “chiusura” è stato forse il momento più difficile. Mi trovavo dalle parti di Sondrio, da solo in mezzo a una strada abbandonata chiusa al traffico. Non potevo neppure tornare a casa. Poi tramite le forze dell’ordine sono riuscito a trovare un posto dove fermarmi. Mi sono costruito una casetta di legno e lì sono rimasto, per tutto il tempo. Da lì comunicavo con il mondo e in quel periodo la maggior parte delle persone hanno conosciuto la mia storia guardando i miei video.

Ho iniziato il cammino in estate percorrendo al massimo 20 km al giorno, poi sono passato a 45-50 km, con tappe anche di 60 km.

Quando sono arrivato sulle montagne ho abbassato il chilometraggio portandomi sui 30 e 35 km, mentre in questo periodo ne percorro dai 40 ai 60 km al giorno.

Con me ho il minimo indispensabile: uno zaino che pesa circa 17 kg (inizialmente ne pesava 20, sulle Alpi 25 kg). Una tenda 4 stagioni, un sacco a pelo, un lettino, un cuscino, delle pentole, delle borracce che riempio con l’acqua che trovo nelle fontane o nei bar di passaggio, e poi i pannelli solari, le power bank e tutta l’attrezzatura che mi serve per fare le riprese, compreso un drone che uso quando è possibile.

Alla fine di ogni tappa preparo il video. Sono partito con pochi iscritti sul mio canale youtube e durante il lockdown sono cresciuto tantissimo arrivando a oltre 70 mila.

Dove mi lavo? Utilizzo le docce lungo la spiaggia, oppure le salviette umidificate, oppure faccio un bagno in mare. I capelli e la barba non li ho mai tagliati, a parte qualche sistematina qua e là, perché voglio vedere come sarà cambiata la mia faccia al rientro a casa.

Sono felice di ciò che sto facendo; per la prima volta ho deciso di non dipendere da quello che pensa la gente, perché nella mia vita ho già rinunciato a fare tantissime cose perché avevo paura di quello che potevano pensare gli altri. Stavolta ho lasciato tutti i pesi che avevo e sono partito. È un cammino per migliorare me stesso, e perché non voglio arrivare alla vecchiaia dicendo: ah se l’avessi fatto! Io voglio invecchiare e dire che ho fatto quello che sognavo.

IG: @running.post

Chi è Nazario Nesta

28 anni, originario di San Nicandro Garganico, in provincia di Foggia. Partito il 19 maggio 2019 per un lungo cammino solitario che sarebbe dovuto durare un anno e che invece si è allungato a causa del lockdown che lo ha bloccato per oltre due mesi in una casetta che si è costruito lui stesso a Chiuro, in Valtellina. Il suo sogno e progetto si chiama: “Disegnando l’Italia – Perimetro italiano a piedi”.

Ogni giorno sul suo canale youtube racconta una tappa, mentre su Instagram è @nazarionesta.

Attualmente cammina dai 40 ai 60 km al giorno e quando avrà terminato il suo lungo viaggio (il prossimo ottobre con ogni probabilità) conterà oltre 11.000 chilometri. Partito con pochissima attrezzatura e nessun tipo di esperienza, non ha dovuto affrontare grosse difficoltà, a parte una tempesta di sabbia in Sardegna che gli ha distrutto la tenda. Appena rientrerà a casa dice che scapperà subito nuovamente; si fermerà al massimo un paio di settimane e poi via ancora. Prima però tornerà alla capanna della quarantena per una quindicina di giorni e quindi si sposterà in Moldavia per 2-3 mesi, per realizzare un altro ambizioso progetto umanitario con i missionari che si trovano lì.

Chi volesse aiutarlo può fare una donazione e attraverso il suo canale youtube potrà vedere come vengono spesi i soldi.