CORSA E ARTRITE ALLE GINOCCHIA: COSA DICONO GLI STUDI?
Numerosi studi hanno dimostrato che i runner sono meno soggetti all’artrite (o meglio, all’osteoartrite) del ginocchio rispetto alle persone sedentarie. Ad esempio, in uno studio che ha seguito runner e non runner per quasi 20 anni, i raggi X hanno mostrato segni di artrite alle ginocchia nel 20% dei corridori e nel 32% dei non corridori.
Una critica che potrebbe essere mossa a questi risultati è che, nel momento in cui vengono avviati gli studi, i corridori di lunga data che vi prendono parte hanno una resistenza “strutturale” superiore alla media. In altre parole, gli studi non includerebbero quelle persone che hanno iniziato a correre e che poi hanno abbandonato perché i loro fisici non hanno retto.
Le ricerche hanno però confutato anche questa idea. Uno studio ha seguito più di 2.000 persone per diversi anni per vedere in quanti avrebbero sviluppato ginocchia artritiche. I partecipanti hanno fornito informazioni dettagliate sulla frequenza e sulla gravità del dolore al ginocchio. Hanno anche descritto le caratteristiche dell’attività sportiva praticata in quel momento e nel passato. In altre parole, i partecipanti non erano stati selezionati a seconda che fossero o meno corridori. Si è però scoperto che la condizione di “runner” era importante. In termini di frequenza di percezione del dolore al ginocchio, di sintomi dell’artrite e anche di evidenza di artrite ai raggi X, i runner in attività ottenevano punteggi significativamente migliori rispetto ai non runner. Ad esempio, i runner in attività avevano il 29% in meno di probabilità di soffrire di frequenti dolori al ginocchio rispetto ai non runner. Anche gli ex corridori avevano meno probabilità di accusare dolore al ginocchio e di mostrare segni di artrite rispetto ai non corridori. Quest’ultimo risultato è l’opposto di quello che ci si aspetterebbe se la corsa avesse rovinato le loro ginocchia e li avesse costretti a rinunciare allo sport.
Per quanto riguarda poi l’aumento del rischio di limitazioni fisiche indotto dalla corsa nelle persone anziane, ci sono buone evidenze che la corsa paghi nel tempo. In uno studio, i ricercatori hanno confrontato i tesserati di un running club con dei non runner in salute. Tutti i partecipanti avevano almeno 50 anni all’inizio dello studio. Ventuno anni dopo, non solo più runner erano ancora vivi, ma i corridori evidenziavano un numero significativamente inferiore di limitazioni fisiche rispetto ai non runner.