Unfair Play è un progetto di scrittura collettiva, che ha esordito nel 2014 da un’idea di Luca Badolato. E tutto bene fino a qui. L’idea è riunire una squadra di autori, che parli di sport fuori dalle righe. Dagli schermi. In modo non convenzionale. Insomma: senza correre il rischio di ritrovarsi un occhio nero o, peggio ancora, soli nella stanza, perché le morose se ne sono andate, sbattendo la porta dietro all’urlo “Basta con questo sport” e punto esclamativo.

Ecco, dal primo fischio d’inizio, il collettivo di sportwriters racconta il calcio e non solo con battute, articoli, interviste, video e podcast. Ciò che rende Unfair Play non convenzionale è la cifra ironica, a volte sarcastica, ogni tanto feroce, che ha allenato gli autori medesimi a dribblare i luoghi comuni, saltare il cavallo donato e, soprattutto, ha esaltato la visione del (fuori)gioco, evitando tanto i gomiti alti in area, quanto querele e denunce lungo linea.

Arriva così il primo libro di Unfair Play. Si intitola La risposta è 4-4-2, titolo che strizza l’occhio a Guida Intergalattica per Autostoppisti, e contiene un’appassionata prefazione di Paolo Condò, preso per sfinimento. Nello stile del progetto, questa frase deve essere riscritta in: Unfair Play ha pubblicato la (loro) prima prefazione di Paolo Condò con un libro attorno. Preso per sfinimento, Condò ringrazia e definisce il libro: “zibal­done di profili ironici”. Ringrazia anche Hunter Thompson, giornalista e scrittore statunitense, inventore di quel gonzo journalism, di cui il libro è l’interpretazione moderna azzeccata, stile alla base di tante narrazioni sportive, specie da quando lo sport è narrato non solo da radio e televisione a camera fissa, ma da sopra, sotto, dentro, fuori, di lato y de noche y de dia. Con buona pace dei “cali di share per i programmi del post-partita e quelli di vendite dei quotidiani sportivi e del Caffè Borghetti”.

In clima da Europei (il c.t. della Nazionale Roberto Mancini lo incontriamo a pagina 166), La risposta è 4-4-2 ripercorre le vite di 40 campionissimi della storia del calcio, ma lascia alle bacheche il ricordo polveroso dei trionfi che hanno tramutato in semi divinità famose, queste persone normali, che, in fondo, inseguono un pallone in pantaloncini. That’s life. Il libro (pubblicato dai tipi di People, che è una casa editrice attenta alle contemporaneità, raccontate da punti di vista inediti) apre la visione del gioco sui paradossi, scorrettezze, vezzi, debolezze, scaramanzie, superstizioni, generosità, eccessi, casuali gesti di bellezza, compiuti degli eroi recenti del football. Una raccolta di trascorsi spesso eccessivi come nel caso di Paul Gascoigne; ossessivi come per Cristiano Ronaldo; o persino sfortunati, come per il quarantunesimo campione che, in quanto tale, lasciamo a voi scoprire chi sia. Insomma, se volete sapere qualcosa di statistico su George Best o Eric Cantona non è questo il libro.

Se volete farvi una bevuta con loro, questo è il luogo. Il volume, la cui copertina è un omino del Subbuteo gambizzato, parla dell’Italia mundial, di calciomercato e calciopoli, di storia della tattica e di hipster, di bandiere e calcio al tempo del covid, tutto affrontato, minuto per minuto, con la grande competenza di autori assiduamente presenti nei campi. A bordo divano. O poltrona, perché la panchina è troppo scomoda ed in tribuna, si sa, fa caldo d’estate ed è umido d’inverno. Il punto di vista, di certo pungente e caustico di Unfair Play, ha un pregio, che ricorda quasi Italo Calvino, quando distingueva leggerezza da superficialità. Gli autori, ovunque essi siano, non hanno intenzione di distruggere il mito del calcio, oppio e rifugio e compagnia di tanti, ma anzi vogliono avvicinarlo alle persone, umanizzarne i protagonisti, fare in modo che le amichevoli non siano solo partite dimostrative.

La risposta è 4-4-2 Unfair Play. 256 pagine. 2021 – People. Prezzo: 18 euro.

Il progetto Unfair Play lo trovate all’indirizzo www.unfairplay.it