Cancella la app delle mail e i browser dal tuo smartphone

Per non parlare di Youtube, e dei giochi che ti riempiono di pubblicità soft-porn. Io l’ho fatto: mi è rimasta solo la funzione telefono e gli SMS. In questo modo, grazie a questa scelta drastica, non perdo tutto il mio tempo a rispondere alle mail ma lo faccio solo in momenti ben precisi e specifici della giornata. Da questo sacrificio ho guadagnato molta più concentrazione. Non hai idea di quanto tempo si perde per colpa di una notifica che ti raggiunge quando sei impegnato a fare altro. Quello che ti distrae è l’interruzione da quello che stai facendo. In quel momento non hai bisogno di sapere che il negozio dove hai comprato gli occhiali da sole l’anno scorso ha aperto una nuova sede, il tuo tempo è più importante della pubblicità, che è una grossa fetta della inbox di qualunque casella postale. Può sembrare un cliché, ma quando smetterai di sperare che tra le notifiche si nasconda qualcosa che ti migliorerà la giornata, comincerai a vivere di più nel presente.

Ogni tanto ci ricascherai

Non è una scelta di vita ascetica e pura: può capitare di reinstallare i browser e ricadere nella vecchia tentazione di vedere tutte le notifiche in tempo reale. Fallo, e ti renderai conto che internet non risolve i tuoi problemi. E, come ogni bravo tossicodipendente che ci ricasca, disinstallerai tutto e ti darai un’altra chance.

Usa il telefono per telefonare

La dipendenza dalla tecnologia e il bisogno di comunicare sui social derivano da un profondo senso di solitudine. Prova a fare questo esercizio mentale: pensa alle persone con cui chatti più spesso. Adesso pensa, invece, alle persone a cui ti rivolgeresti in caso di emergenza. Sono le stesse con cui chatti così tanto? Probabilmente no. Allora fatti un regalo: spendi il tempo che dedichi alla socialità chiamando, non mandando messaggi, le persone a cui tieni davvero, quelle che ti risollevano il morale e che contano davvero per te.

Classifica le urgenze

Se per te è tutto un’emergenza finirai per non produrre un bel niente. Idem se lavori troppo, alla fine rischi di combinare poco. L’“overworking” è tanto controproducente per te quanto lo è per la tua attività. Ho imparato questa cosa quando facevo wrestling al college: gli atleti che si infortunavano a metà stagione ed erano costretti a una pausa forzata di qualche mese finivano sempre per avere risultati migliori rispetto a quelli che, martellati dai coach, si allenavano ossessivamente tutto l’anno. Nella mia azienda ho imposto la regola che nessuno deve rispondere a una mail di lavoro al di fuori dell’orario d’ufficio. Non mi servono lavoratori forzati pronti a morire: ho bisogno di collaboratori creativi che affrontino e risolvano i problemi difficili con entusiasmo.