Running e pesi, i workout preferiti

Testo di Men’s Health Team - Foto di Jon W. Johnson per Puma

È l’uomo da battere. È l’uomo più veloce del mondo. È il pluricampione della Formula 1. È un vero atleta. È al suo sesto titolo mondiale, contro i sette di Michael Schumacher, che potrebbe raggiungere e superare nel numero di vittorie (è a quota 82 contro le 91 del tedesco). Ma è anche un ragazzo della working class che non ha avuto la strada spianata. È un atleta che ha sudato ogni vittoria, che non ha mai smesso di lottare e che non smette nemmeno oggi che ha già vinto 6 titoli mondiali. È un ragazzo che a 35 anni si sente ancora pronto alla sfida e che nella sua vita ha saputo evolversi, sia nel modo di allenarsi sia nell’alimentazione. È uno come noi che ogni giorno si impegna per dare il massimo e che sa pensare ai meno fortunati, a chi è venuto prima di lui e a chi verrà dopo, a chi lo ha ispirato e chi vorrà ispirarsi alla sua storia e alle sue imprese. È un ragazzo che è cresciuto dentro e fuori dalla Formula 1 e non solo per andare sempre più forte: è un ragazzo pieno di progetti per la sua vita, per il pianeta e per il futuro. È l’esempio perfetto di un atleta che può insegnare qualcosa a tutti, non solo agli appassionati di motori. Lo abbiamo incontrato per conoscere meglio la sua vita e la sua storia: come si allena, che cosa gli piace, che cosa mangia, come affronta le sue sfide, che cosa lo ispira, quali progetti ha per il suo presente e per il suo futuro, come pilota e come uomo.

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Ormai per la Formula 1 sei una leggenda e quest’anno potresti battere tanti record di Schumacher. Come ti senti di fronte a questi traguardi?

Onestamente non ci penso più di tanto. Non voglio che sia una distrazione. Non voglio che sia il mio obiettivo principale quando mi alzo al mattino. Attualmente sono il campione del mondo ma ogni anno riparto da zero, come se non fossi il campione. Siamo tutti uguali, tutti quest’anno abbiamo la possibilità di vincere il campionato e io voglio essere al top delle mie possibilità, al top nel senso fisico, così come voglio che la mia auto sia al top dell’ingegneria, voglio che le gomme diano il massimo, voglio essere più avanti degli altri piloti. Come ci posso riuscire? Come posso essere più costante dell’anno scorso? Come posso essere più meticoloso e preciso? Come posso capire meglio la tecnologia? Come posso essere un miglior compagno di squadra? È su questo, su tutto questo, che mi concentro. Cerco di migliorare tutto questo. È questo che può portarmi al titolo. E se ottengo il titolo è la ciliegina sulla torta di tutto il lavoro svolto e di tutto l’impegno. È bellissimo trovarsi in questa posizione ed essere un recordman ma per me in realtà è una distrazione. Per adesso io sono qui e devo vincere ancora per arrivarci. Però non devo guardare là, a quei numeri e a quei record, ma a dove sono adesso.

Chi è il pilota che ti ha ispirato di più?

Ayrton Senna mi è sempre stato di ispirazione. Quando ho iniziato a seguire la Formula 1 Senna era all’apice della sua carriera: ho capito subito che era speciale. Durante la gara era audace e non aveva paura di correre rischi ma a gara finita era sempre rilassato e composto davanti alle telecamere. Sono cresciuto con lui come modello, era il mio eroe: sognavo di seguire le sue orme. Spero di essere a mia volta un modello per la prossima generazione e di ispirare i ragazzi di oggi a seguire i loro sogni, come Senna ha fatto per me.

Qual è il tuo tipico workout settimanale?

Mi piace tantissimo fare i pesi ma non devo esagerare. L’altro workout che adoro fare è correre. Il running mi piace e lo faccio sempre e ovunque… Un pilota di Formula 1 non può essere troppo pesante: quello che invece deve avere è la resistenza. È importante avere un buon sistema cardiovascolare: durante le qualifiche il battito sale a 190 al minuto e in gara per due ore hai il cuore che va a 160/170 battiti al minuto. Ecco perché faccio tanta corsa e almeno una sessione di scatti in ogni allenamento, composta da 2 minuti di scatti e 1 minuto di recupero ripetuti per 5 serie. Poi aggiungo sempre tanto stretching e yoga. Faccio anche pesi ma non sono mai pesi eccessivi perché più muscoli significa più peso e io, per poter guidare una Formula 1, non posso aumentare troppo di peso. Inoltre non va bene sviluppare troppo i muscoli delle braccia e delle spalle perché il peso deve essere in basso, per abbassare il baricentro.

Come si è evoluto il tuo workout negli ultimi vent’anni, da quando eri un esordiente a oggi?

Quando ero giovane avevo tantissima energia e potevo fare qualsiasi cosa. Non avevo una strategia, non facevo stretching: salivo in macchina e guidavo per vincere. Con il passare degli anni ho cercato di allenarmi con trainer diversi, con un allenatore di pugilato, un allenatore di Muay Thai boxe, mentre oggi mi alleno con un muscle builder che mi fa anche fare pilates, per concentrarmi sul core, sui muscoli che sono “sotto i muscoli”.

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La dieta a base di piante

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Che cosa ti piace mangiare?

Tre anni fa ho deciso di seguire una dieta a base di piante. L’unica cosa di cui mi sono pentito è di non averlo fatto prima. Le mie papille hanno imparato a conoscere cose che non avrei mai pensato di mangiare e che adesso adoro, come i falafel, l’avocado, la barbabietola, la frutta fresca e quella secca. Ho anche notato un netto miglioramento nel mio livello di fitness da quando seguo questa dieta a base di piante, il che è davvero motivante.

La tua dieta a base di vegetali ti aiuta a essere al top?

Ero già al top prima di passare a questo tipo di dieta ma facevo più fatica e la mia energia non era costante: avevo giorni in cui ero carico e giorni in cui lo ero di meno. Quando sono passato a una dieta a base di vegetali questi alti e bassi energetici sono diminuiti notevolmente e adesso ogni giorno il mio livello di energia è costante. Gli effetti positivi della dieta si sono fatti sentire anche sul sonno, sulla predisposizione alle allergie e sulla mia salute in generale. Non mi sono mai sentito meglio. E il bello è che le cose non fanno che migliorare. Di solito la gente prova questa dieta e dopo un paio di settimane o un mese smette. Io invece sono tre anni che seguo questa dieta e vedo ancora benefici. Il mio corpo continua a migliorare, io divento più flessibile. Adesso ho 35 anni e, anche se teoricamente dovrei essere meno in forma di prima, continuo a stare bene e a migliorare: sono più in forma adesso che a 25 anni.

Consiglieresti questa dieta senza la carne anche a uno sportivo non professionista?

Assolutamente sì. Anche per il bene del pianeta. Il pianeta ha troppi problemi oggi: c’è la sofferenza degli animali e la minaccia del cambiamento climatico in corso causato dall’uomo. Io ci tengo a non essere parte del problema ma della soluzione. Non contribuisco al problema, non compro latte, né carne, e non contribuisco alla crescita di queste industrie. In più non ho nessuno svantaggio: non ho perso muscoli, sto benissimo, vedo solo benefici e continuo a vincere. Spero che questo incoraggi anche gli altri a seguire questa dieta. Possono farlo tutti e diventare parte della soluzione invece che del problema.

Nel futuro, la moda

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Al di là della Formula 1, chi è lo sportivo che ti piace di più e che preferisci?

Tra i miei idoli c’è sicuramente il grande pugile Muhammad Ali: da ragazzino la mia cameretta era piena dei suoi poster. La sua mentalità vincente e la sua totale fiducia in se stesso e nelle sue capacità erano il segno di un grande atleta. Quando ero bambino non c’erano piloti di F1 di colore quindi Ali era il mio riferimento nel mondo dello sport. Me lo sono persino tatuato sulla gamba!

Hai già un’idea di quello che vuoi fare da grande, quando avrai smesso con la F1?

Anche se per il momento non ho nessuna intenzione di ritirarmi dalla F1, ho tanti interessi e non ho mai abbastanza tempo per tutti. La moda è sempre stata una mia passione: ho avuto la fortuna di poterla esplorare attraverso le mie collaborazioni con i brand più famosi e spero che un giorno potrò avere una mia collezione eco-sostenibile. Spero anche di poter aiutare l’automobilismo sportivo e il mondo dello sport ad aprirsi alla diversità ed essere fonte di ispirazione per i sogni delle prossime generazioni, che sia supportando enti di beneficienza che lavorano con i giovani svantaggiati o facendo conoscere la mia esperienza di ragazzo proveniente dalla working class e che non ha avuto la strada spianata.

Come riesci a bilanciare la carriera in F1 e gli altri tuoi progetti (come la collaborazione con Tommy Hilfiger o il tuo impegno filantropico, e così via)?

Ho la fortuna di avere una squadra, la Mercedes, che è davvero dalla mia parte e sostiene pienamente tutti i miei progetti, che si tratti di linee di abbigliamento o del mio lavoro con Comic Relief, un’organizzazione che si occupa di sostenere gli enti di beneficienza che lavorano con i bambini in situazioni disagiate. Onestamente, sono in grado di bilanciare tutto perché sono un irrimediabile ottimista e un campione del pensiero positivo. Possiamo fare qualsiasi cosa ci mettiamo in testa di fare e per me il desiderio di realizzare i miei sogni e raggiungere sempre nuovi obiettivi è prioritario. Qual è il tuo modo preferito per rilassarti e ricaricare le batterie? Staccare la spina è una parte fondamentale della mia routine. È importantissimo fare decompressione dopo una gara, così da poter affrontare la successiva a mente serena. Adoro passare il tempo con i miei migliori amici, con i miei cani Coco e Roscoe e con la mia famiglia. Stare con loro mi aiuta a rilassarmi e a concentrare la mia energia su qualcosa di diverso. Però non so fare a meno dell’adrenalina e adoro qualsiasi cosa mi faccia battere forte il cuore, che si tratti di sci, sky diving, surf o allenamento.

Di che cosa sei più orgoglioso nella tua carriera?

Sono stato il primo campione di F1 nero proveniente dalla working class: sono orgoglioso di aver aperto la strada ad altri che verranno. Una delle mie frasi preferite è: “non puoi essere quello che non vedi”. Chiunque mi veda sul podio, anche solo un bambino, un giorno può essere ispirato a seguire i suoi sogni. Allora significa che avrò fatto bene il mio lavoro. La diversità è un problema che la Formula 1 deve affrontare e in cui deve fare passi avanti e io spero di fare la mia parte non solo ispirando gli altri con il mio lavoro ma anche collaborando con i miei partner per creare più opportunità per le persone provenienti da diverse comunità.

Il consiglio più importante per essere il numero 1?

Non dare mai nulla per scontato. Ogni stagione ricomincio da zero indipendentemente dai successi o dai fallimenti dell’anno precedente. Il numero con cui corro è sempre il 44, fin dai tempi del kart: questo mi aiuta a mantenere la mentalità giusta. Ogni anno è una nuova sfida. Il mio consiglio è di restare umili e di concentrarsi sulle opportunità che si incontrano lungo la strada.

L'amore per l'Italia

“Amo l’Italia. Quando gareggio in Italia il suo popolo meraviglioso mi fa sempre sentire il benvenuto. È difficile scegliere una sola cosa che mi piace di questo Paese ma il suo stile e la sua cultura sicuramente sono tra le cose che amo di più. Milano è una delle capitali mondiali della moda: non mi sorprende che così tante case di design leggendarie siano nate proprio qui. Tutti a Milano sono cool e innovativi. Questa città è davvero un’ispirazione!”

Hamilton e le nuove Puma LQD Cell Hydra

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“Mi piacciono molto i circuiti ad alta intensità specialmente gli HIIT (High Intensity Intervals) con esercizi come jump squat, sprinter lunge e high knees. La velocità di esecuzione e il numero di ripetizioni fanno la differenza per ottimizzare i risultati ma alla base di tutto ci deve essere la tecnica di esecuzione, che deve essere sempre perfetta per dare il massimo ed evitare infortuni. Anche la scelta della scarpa giusta può fare la differenza. Io ho scelto le nuove PUMA LQD Cell Hydra che, grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e un sistema di imbottitura che aumenta la stabilità e migliora l’assorbimento degli urti, mi offrono sempre il massimo supporto. Ed è davvero come avere una marcia in più. Queste scarpe hanno veramente cambiato il mio modo di allenarmi.”

LQD Cell Hydra offre un’ammortizzazione stabile grazie all’intersuola dotata della tecnologia full-length LQD Cell.

La tecnologia LQD Cell di Puma è molto versatile, le celle esagonali morbide ma robuste si comprimono e lavorano insieme alle schiume di Puma a ritorno di energia per mantenere stabile l’atleta durante l’allenamento. La suola in gomma premium consente al piede dell’atleta di rimanere protetto quando si muove in modo esplosivo, mentre la fascia laterale garantisce una stabilità supplementare. Combinando allenamento dinamico e design in un’unica scarpa da training, resterai sempre al 100% delle tue capacità.

I vantaggi

• Ammortizzazione: evoluzione della tecnologia CELL di PUMA, l’intersuola full-length LQD Cell offre un’ammortizzazione stabile.

• Supporto: inserto in EVA con suola e intersuola in gomma per offrire un supporto laterale maggiore per gli allenamenti ad alta intensità.

• Controllo: la suola in gomma offre la massima trazione e una durabilità ottimale per tutti i tipi di allenamenti.