LE REGOLE DI CAMMARELLE

di Claudio Gervasoni
Bronzo ad Atene 2004, oro a Pechino 2008, argento (dopo il contestato verdetto che ha assegnato la vittoria all'inglese Anthony Joshua) a Londra 2012: Roberto Cammarelle, 32 anni, peso supermassimo, al collo anche due ori mondiali tra i dilettanti - Chicago 2007 e Milano 2009 - e numerose altre medaglia ai campionati Europei, ha stabilito un nuovo record: con la vittoria contro Mario Federici si è laureato per la nona volta campione italiano, risultato mai raggiunto prima nel pugilato dilettantistico tricolore. A Rio probabilmente non ci sarà, a causa dei regolamenti dell’Aiba che impediscono a pugili di età superiore a 34 anni di partecipare ai Giochi Olimpici. Ma non ha intenzione di appendere i guantoni al chiodo: "Non mi ritiro, continuerò a boxare ancora per un anno o due" ha dichiarato dopo aver messo al collo l'ennesima medaglia tricolore. Il 'Signore del Ring' come è soprannominato è probabilmente il miglior pugile italiano degli ultimi 20 anni, merito di fisico, tecnica e classe, ma anche di una forza mentale straordinaria. Quando gli abbiamo parlato in occasione di Sports Days 2012 ci ha confessato: "Io sono convinto che la boxe, prima che lo scontro tra due corpi, sia uno scontro tra due menti, e che quando sei atleta devi anche essere capace di rilanciare i tuoi obiettivi. La delusione di Londra non sarà facile da dimenticare, ma non ho sassolini da togliere dalla scarpa: per me è fondamentale anche vincere al gioco delle carte, e mi basta questo per rilanciare il mio entusiasmo." E allora, se è vero che il ring è una metafora della vita, leggi i consigli di Roberto Cammarelle per essere sempre un vincente nella buona come nella cattiva sorte.

Rimani sempre calmo e lucido.

"In un pugile la capacità di rimanere calmo e lucido nasce prima di salire sul ring. Io ho imparato a visualizzare i miei incontri prima di combatterli: nei giorni precedenti un match mi prendo dei momenti in cui chiudo gli occhi e penso a quello che potrà accadere quando incrocio i guantoni. Se impari a visualizzare ciò che ti aspetta, una volta che sei nel mezzo del combattimento hai già visto le cose che ti capitano, le mosse del tuo avversario, i tuoi momenti di difficoltà. E se le hai già viste non ti sorprendono, e il tuo stato di ansia si abbassa naturalmente, permettendoti di non perdere di lucidità in ciò che stai facendo."

Pensa di essere il migliore.

"No, non è supponenza. Io quando salgo su un ring sono convinto di essere il migliore e di vincere. Non salgo per giocarmela. Deve essere il mio avversario a dimostrarmi di essere più bravo di me. Se sali sul ring pensando di essere più forte del tuo avversario avrai un atteggiamento alla sfida che parte da una posizione privilegiata, di vantaggio, e sarai più pronto ad affrontare il combattimento."

Rimani concentrato.

"Nessuno può tenere alta l'attenzione per molto tempo, e così i maestri di pugilato organizzano sempre tre allenamenti brevi piuttosto che due lunghi: il segreto è saper essere al massimo della concentrazione per periodi relativamente brevi di tempo. L'altro segreto è saper modulare la propria concentrazione: se faccio corsa non ho bisogno del massimo della mia attenzione come quando mi sto allenando per imparare un colpo, studiarlo, prepararlo e allenarlo. Serve la giusta attenzione al momento giusto. L'altra grande lezione del pugilato è quella di affidarsi alla squadra: certo, sul ring sei solo, ma quando ti alleni c'è il gruppo intorno a te, e i leader sono sempre pronti a richiamarti quando necessario. Fare squadra crea attenzione."

Impara a resistere ai colpi.

"Saper incassare è una caratteristica generale del pugilato che ti può essere molto utile nella vita. Noi pugili saliamo sul ring sapendo che prenderemo dei colpi. Nessun pugile pensa che non verrà colpito, è una consapevolezza intrinseca al nostro sport. Ed essere consapevole di questo ti aiuta quando vieni colpito. Se sali sul ring pensando che non verrai toccato, ogni colpo che ti raggiunge sarà inaspettato, e ti farà ancora più male. Poi ti devi allenare ai colpi più forti, e questo lo fai con lo sparring partner: gli sparring più pesanti sono quelli che ti allenano ad essere mentalmente pronto al fatto che i colpi fanno male."

Aspetta il momento giusto.

"Un gran colpo al momento sbagliato può essere inefficace come un pessimo colpo andato a vuoto, e per un pugile la grande sfida è quella di saper aspettare il momento giusto in cui sferrare l'attacco che si sa di dover sferrare. Anche questo aspetto dipende dalla visualizzazione del match: se hai studiato bene il tuo avversario, le sue reazioni alla fatica e alla stanchezza, impari anche a non farti prendere dall'ansia di voler concludere troppo in fretta, e ad aspettare lucidamente il momento buono per il tuo colpo migliore."

Fissa un obiettivo a lungo termine.

"Un'Olimpiade dura 4 anni, ma l'obiettivo non è mai così lontano, altrimenti il rischio sarebbe quello di perderlo di vista. La differenza la fa la tua capacità di focalizzarti su degli obiettivi intermedi, le tappe di una lunga strada: ogni volta che ne raggiungi uno, fai il punto della situazione e riparti. Se sai qual è il tuo obiettivo e dove si trova, saprai anche gestire i momenti in cui non sei al top, e puoi incassare una sconfitta, e quelli invece in cui sei in forma e le vittorie ti servono anche per aumentare l'autostima e rilanciare la giusta motivazione."