Questa è una immagine

Nella tana del lupo

Immagini Ryan T. Foley

Sono le 19.45 di venerdì sera sulla celebre North Shore Hawaiana e Kelly Slater è steso sul letto, a contemplare un’immagine che è la summa della perfezione. È una foto dell’onda più incredibile che Slater abbia mai visto. È stata scattata a Pipeline circa cinque anni fa. La cosa che rende quell’onda perfetta è che nessuno è riuscito a cavalcarla, nemmeno Slater.

“Ero nel cuore delle semifinali ed è arrivata quest’onda che aspettavo da tutta una vita a Pipeline e che non sono mai riuscito a cavalcare”, dice, rivivendo quel giorno nella sua testa. Stavo per farcela ma mi è sfuggita. Era troppo intensa e io non ero al posto giusto. I miei amici hanno scattato una foto da dentro il mare. È l’onda più folle che abbia mai visto.”

Slater guarda in alto, dove dovrebbe esserci il soffitto e ci sono invece travi a cui sono appese alcune delle sue tavole da surf preferite. “Le mie tavole più grandi sono tutte qui”, dice. “Tutto ciò che supera i 2 metri e mezzo è appeso qui sopra.”

Questa immagine del re del surf a casa sua, in camera da letto, circondato dai ferri del mestiere e da una foto di un’onda che non si è fatta prendere la dice lunga sull’uomo che ha sbaragliato la concorrenza come pochi atleti nella storia hanno fatto in qualsiasi sport. Se vogliamo cercare di capire i segreti del successo incredibile di Slater (ha vinto 11 titoli mondiali ed è stato sia il più giovane sia il più vecchio a portare a casa un titolo) dobbiamo guardare qui, in questa stanza.

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L'imprenditore a fianco del campione

Innanzitutto c’è la passione. La prima cosa che Slater vede quando si sveglia la mattina e l’ultima cosa su cui posa gli occhi prima di dormire alla sera sono quelle tavole da surf. “Devi amare quello e nient’altro”, dice quando gli chiedo di spiegare i fattori principali del suo successo. “Il surf per me è questo.” Poi c’è l’umiltà. Come quella foto gli ricorda costantemente, l’oceano è più grande di lui.

Mettendo insieme queste due qualità, la passione e l’umiltà, si ottengono le fondamenta per l’eccellenza. Con loro puoi cavalcare quasi ogni onda.

Questo è esattamente quello che Slater fa, surfando finché la luce lo permette quando rientra dopo un infortunio e insegna a una nuova schiera di surfisti, alcuni dei quali non hanno nemmeno la metà dei suoi anni. Al di fuori delle gare la sua passione trova uno sbocco in progetti come l’abbigliamento sostenibile della linea Outerknown, la sua rivoluzionaria azienda di onde artificiali e la sua marca di tavole da surf Firewire, che saranno il suo lavoro quando si sarà ritirato dalla competizione.

Mentre Slater si prepara a iniziare quello che potrebbe essere l’ultimo anno completo nella Word Surf League chiacchiera con MH dei segreti del suo successo, della vita oltre i tour e del perché non smetterà mai di inseguire l’onda perfetta.

"12° Mondiale? Ho chance per vincerlo"

MH: Ti stai preparando per un nuovo tour di competizioni. Cerchi di dimostrare di essere in grado di competere ancora a 47 anni o lo fai perché ti piace?

KS: Probabilmente entrambe le cose. Adoro fare surf. Ma arrivato a questo punto non mi piace competere: non amo lo stress del tour e di andare a un contest a cui ho partecipato 50 volte. Però mi piace competere con certi surfisti. Quando mi trovo a gareggiare contro i miei surfisti preferiti, i John John, i Gabriel o Filipe mi piace, adoro quella sfida e l’opportunità di confrontarmi con loro. Poi lo faccio per i miei fan e per le persone che sembrano essere ispirate da me e dal fatto che continuo a fare questo sport alla mia età. Non sai quante persone ogni giorno mi dicono che vedendo la mia passione, il mio successo e il fatto che ancora faccio surf alla mia età hanno trovato la motivazione per rimboccarsi le maniche e rimettersi in forma. Questa è la mia motivazione, questa è la sfida di trovarmi, a 47 anni, a gareggiare contro i ventenni.

MH: Pensi di avere qualche chance per la vittoria quest’anno?


KS: Sì, so di averne. Ho vinto abbastanza volte da sapere che ho quello che serve per vincere. È impegno, è concentrazione. Ho visto ragazzi negli ultimi due anni vincere le gare e io avrei potuto tranquillamente metterli in difficoltà. Spesso chi vince ha semplicemente scelto l’onda giusta, è bravo a prendere decisioni. Non si tratta solo di numeri pazzeschi che nessun altro è in grado di fare. Spesso bisogna saper eseguire molto bene le basi sulle onde migliori. Nel 90 per cento dei casi se fai così vinci. Se riesco a farlo nel 90 per cento del tempo vincerò facilmente il titolo mondiale quest’anno. La domanda è: sono in grado di farlo per il 90 per cento del tempo? Probabilmente no ma posso sfruttare questa occasione ogni singola volta. Continua...

L'intervista completa è stata pubblicata su Men's Health - Maggio 2019