Intervista a maria guskova

Intervista a Maria Guskova
a cura di Loris Casadei

Il mondo dei corti. È da qui che nascono i futuri grandi registi.
Come in ogni Festival che si rispetti, grande attenzione ai giovani e alla loro produzione.
Mi ha molto colpito Il ritorno di Erkin di Maria Guskova.
La storia narra di un uomo in una piccola cittadina nel lontano Kirghistan che esce da prigione.
Dieci anni prima aveva ucciso un conoscente durante una rissa.
Ora tenta di riprendere una vita normale ma scopre che molto è cambiato.
Maria Guskova conquista il terzo premio a Cannes.

L.C. Maria, complimenti, storia delicatissima e girata con grande attenzione ai colori, alle sfumature e alle inquadrature. Come è nata la storia?
“A Mosca avevo conosciuto un giovane tagiko che svolgeva umili lavori per guadagnare soldi per la famiglia in quanto il padre era in galera per un omicidio.
Pensavo a una storia su di lui ma poi, dopo aver visitato il genitore in prigione, ho cambiato idea e ho impostato la storia sulla figura centrale sul padre. Per il luogo invece nessuna esitazione, tra l’altro in un paese lontanissimo, a 4.000 km da Mosca, ove non era mai stata in funzione una cinepresa. Un anno prima del “ciak si gira” siamo stati sul posto e abbiamo deciso tutte le inquadrature, la luce, i colori, la stagione. Forse nessuno ci crederà ma per la sceneggiatura ho impiegato quasi un anno e un anno per le riprese.
I miei modelli? Amo molto il neorealismo italiano e tra i russi Tarkovskij è sicuramente il regista da me più amato.”

L.C. Come ha scelto gli attori, in particolare il bravissimo Mamasaliyev, il protagonista.
“Ho scelto di lavorare con persone comuni.
A molti non ho dato alcuna sceneggiatura, volevo che fossero liberi e spontanei. L’attore principale mi ha convinto dopo che gli ho chiesto a bruciapelo di improvvisare una danza per me e ho notato che non faceva caso alla macchina da presa. Tra l’altro ho deciso di girare con inquadrature fisse per rendere bene la sensazione di solitudine della gente e di staticità della vita del villaggio.”

L.C. Vedo nei suoi occhi azzurri una inquietudine che non la abbandona mai. Quando si sente tranquilla, quando prova una sensazione di benessere?
“Quando sono in pace con me stessa, quando non ho sensi di colpa nei confronti di nessuno, quando suono l’organo, quando sono sola in montagna ma con una splendida vista sul mare”.