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Dalla montagna alla palestra, dalla roccia alle prese artificiali in resine sintetiche. Nata dalla passione di pochi climber un po’ naif, che non si facevano problemi a sfidare la gravità della falesia con un’attrezzatura rudimentale e tanto coraggio, oggi l’arrampicata è sempre più disciplina pop come conferma il suo approdo sul palcoscenico olimpico in occasione di Tokyo 2020.

MANOLO, IL SIMBOLO DELL'ARRAMPICATA IN ITALIA (E NON SOLO)

E chi meglio di “Manolo, il mago del free climbing” poteva aiutarci a capire da dove arriva questa popolarità? Classe 1958, Maurizio Zanolla (per tutti Manolo) tra gli anni ’70 e gli anni ’80 è stato uno dei pionieri dell’arrampicata in Italia e tra i primi a farla conoscere al grande pubblico.

Impossibile non ricordarsi (ma se proprio non ci riesci ti diamo noi un aiuto qui sotto) gli spot televisivi di una nota marca di orologi da uomo in cui si vedeva proprio Manolo, capelli lunghi mossi dal vento, scalare con stile alcune delle più belle pareti rocciose del nostro pianeta.

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L'INTERVISTA DI MEN'S HEALTH A MANOLO E I CONSIGLI PER CHI VUOLE INIZIARE AD ARRAMPICARE

Maurizio, l’arrampicata sta vivendo un vero e proprio periodo d’oro della sua, seppur giovane, storia. La tua passione dove nasce?

Fin da ragazzo, la montagna ha sempre avuto per me un richiamo particolare difficile da spiegare perché nessuno in famiglia aveva la stessa predisposizione. Da subito, il mio è stato un amore quasi viscerale nello sfidare la gravità. Per quanto riguarda l’arrampicata, eravamo pochissimi a praticarla all’inizio e quindi c’erano pochi punti di riferimento. Certamente negli Stati Uniti il movimento dei climber era molto più sviluppato, ma noi non avevamo gli strumenti per conoscere quel mondo. L’unica cosa che mi spingeva ad andare in falesia era una grande passione.

Cosa dovrebbe sapere un neofita che ha voglia di avvicinarsi al mondo dell’arrampicata?

Potrà sembrare banale, ma penso che una delle cose più importanti sia quella di conoscere la differenza tra alpinismo e arrampicata. L’alpinismo avviene in alta montagna scalando su roccia, neve e ghiaccio. È una disciplina che richiede la strumentazione corretta, molta preparazione e soprattutto la conoscenza del fatto che ci si muove in un ambiente che in poco tempo può diventare ostile e pericoloso. L’arrampicata, da cui nasce l’arrampicata sportiva, invece, si svolge sulle falesie a quote montane più basse. In questo caso l’attrezzatura consiste in corda, imbrago, scarpette, casco e pochi altri strumenti.

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Daniele Lira
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Iniziare oggi è molto più facile grazie alle numerose strutture indoor nate negli ultimi anni. Quali sono i tuoi consigli per muovere i primi passi?

Le palestre per l’arrampicata indoor e per l’arrampicata sportiva si sono sviluppate solo in tempi recenti e offrono la grande occasione di avvicinarsi alla disciplina per gradi. Il consiglio che posso dare a chi vuole iniziare è quella di muovere i primi passi in palestra con l’ausilio di un istruttore preparato. Avere una figura esperta al proprio fianco, soprattutto all’inizio, è importante per apprendere la tecnica nel modo corretto, imparare a fare i nodi e capire come utilizzare al meglio l’attrezzatura. L’arrampicata è una disciplina che richiede molta dedizione e tanta pazienza, anche perché quando ci si stacca da terra, si corre il rischio di tornarci molto velocemente. Palestra e natura sono due realtà diverse tra loro, però acquisire una certa sicurezza nei propri mezzi è fondamentale in qualsiasi ambiente.

Quali sono le principali differenze tra l’arrampicata indoor e quella outdoor?

Esercitarsi in palestra è molto utile per avvicinarsi alla disciplina, come detto, e per rimanere allenati tutto l’anno. Ma l’arrampicata indoor nasconde anche delle insidie. Le vie da seguire sono concepite con determinate caratteristiche e sono ben evidenziate dai colori, questo aspetto può anche mettere in difficoltà perché si è obbligati a seguire una via che può avere dei passaggi complicati per la nostra conformazione fisica. Arrampicare in ambiente su roccia è diverso, intanto, per il tipo di contesto naturale molto più stimolante. Inoltre, anche in falesia le vie sono tracciate ma è la conformazione della roccia a fare da padrona. I climber sono più liberi di affrontare l’arrampicata in maniera creativa personalizzando alcuni movimenti e avendo una maggiore libertà nella scelta di prese e appoggi.

Che benefici porta praticare l’arrampicata?

I benefici fisici sono sotto gli occhi di tutti. Sfidare la gravità, per quanto aiutati da una corda, coinvolge tutti i muscoli del nostro corpo e al livello fisico è una disciplina davvero completa sia in termini di forza che di elasticità. Ma penso che ci siano molti benefici anche a livello mentale. Senza un adeguato allenamento, la preparazione si perde molto velocemente e questo può essere molto frustrante. Ma il fascino dell’arrampicata sta soprattutto nel fatto che ti mette anche a nudo davanti alle tue paure. Bisogna vincere la paura di cadere e allo stesso tempo riuscire a rimanere sempre tranquillo e in controllo della situazione. In parete impari a riconoscere e rispettare i tuoi limiti, ma trovi anche gli stimoli per superarli.

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Ci puoi spiegare la differenza tra le varie discipline dell’arrampicata e le scale di valori utilizzate per le difficoltà delle pareti?

L’arrampicata sportiva come si è sviluppata oggi è composta da tre discipline principali che si chiamano Lead, Boulder e Speed. Lead è la classica scalata con la corda dal basso su pareti che possono raggiungere i 25 metri di altezza. Il Boulder è la disciplina più esplosiva che non prevede l’utilizzo della corda. In questo caso, ci si arrampica su dei massi (boulder appunto in inglese) alti generalmente 4/5 metri e la sicurezza è affidata ai materassi che vengono posizionati sotto la porzione di roccia scalata. Mentre la Speed è quella disciplina, sempre con la corda, nella quale bisogna salire nel minor tempo possibile lungo pareti tra i 10 e i 15 metri. Per quanto riguarda i gradi di difficoltà, il sistema utilizzato in Italia consiste in gradi principali identificati da numeri in ordine crescente e dalle lettere a, b, c. In alcuni casi, quando una via viene percepita come intermedia tra un grado e l’altro viene aggiunto un + (ad esempio, una via a metà tra 6a e 6b è indicata come 6a+). Sulla carta, i gradi di difficoltà sono gli stessi tra indoor e outdoor, ma si può facilmente intuire come la falesia presenti molte più variabili a parità di difficoltà.

Lead, Speed e Boulder sono anche le tre discipline che hanno esordito per l’arrampicata nel corso delle Olimpiadi di Tokyo. Immaginavi che la disciplina potesse raggiungere questo tipo di palcoscenico? E come ti sono sembrate le gare olimpiche?

Ammetto che quando ho iniziato non avrei mai immaginato questo sviluppo dell’arrampicata e mi piace pensare di aver portato un contributo in qualche modo. La formula di assegnazione delle medaglie, che prevede la combinata delle tre discipline, non mi sembra la migliore. Anche perché la gara di velocità va contro quella che è la vera essenza dell’arrampicata fatta di calma e studio. Però capisco anche la necessità di trovare un format che possa avere maggiore appeal sul pubblico. Nel complesso le Olimpiadi hanno regalato una grande vetrina alla disciplina.

Quale futuro immagini per il mondo dell’arrampicata?

Ormai stiamo parlando di uno sport a tutti gli effetti con atleti che si allenano quotidianamente per raggiungere livelli mai visti prima. La mia epoca ha creato l’idea che andare oltre i propri limiti fosse possibile, aprendo la strada alle nuove generazioni che a loro volta lo faranno per quelle future spostando l’asticella della difficoltà sempre più in alto. Cambiando la natura dell’arrampicata, sono cambiate anche le motivazioni dei climber che sempre più spesso puntano al risultato. Ma credo che l’importante, in questo processo, sia quello di mantenere intatta la vera natura della disciplina così che sempre più persone ci si possano avvicinare non solo come sport ma anche come momento di condivisione all’aria aperta.