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La Città dell’Automobile Collezione Schlumpf

Monsieur Bugattì (alla francese) nacque a Milano nel 1881, all’anagrafe Ettore Arco Isidoro, italianissimo. Frequentò studi artistici (Accademia di Brera a Milano), ma ben prestò si dedicò al design automobilistico e incominciò a creare automobili come la Tipo 1, e successivamente la Bugatti Tipo 2 presso la Pirelli&C. di Milano.

Durante un’esposizione venne notato dal Barone Eugène De Dietrich, che lo invitò a lavorare nel suo stabilimento in Alsazia, che diventerà la casa e la storia “francese” del mito Bugattì, ora di proprietà del gruppo Volkswagen. Proprio in Alsazia, a Mulhouse e non nello stabilimento della Bugatti a Molsheim (dove non sono permesse le visite pubbliche), si è svolta la mostra (fino al 3 novembre) dal titolo “Incomparable Bugatti”, presso la Città dell’Automobile Collezione Schlumpf. Abbiamo avuto l’onore di visitare l’evento creato per festeggiare i 110 anni dalla fondazione dello storico marchio francese e ricordare il figlio Jean, morto in giovane età.

Prima di tutto, la città dell’Automobile è sicuramente il più importante museo automobilistico del mondo, con esposti ben 437 vetture della collezione Schlumpf con marchi come Bugatti, Rolls-Royce, Mercedes e tanti altri nomi prestigiosi. Ma chi la fa da padrone è proprio il marchio Bugatti con in primis la Royale, l’auto di Ettore Bugatti.

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Tante curiosità sul mondo Bugatti

La mostra Incomparable Bugatti riserva, oltre alle auto stesse, inedite storie sulla vita un po' travagliata del marchio automobilistico. Per esempio, la Bugatti Tipo 57 è legata al tragico incidente del figlio di Ettore, Jean, rimasto ucciso l'11 agosto 1939, all'età di 30 anni, mentre collaudava l'auto a Duppigheim, nei pressi della fabbrica. Oppure testimonianze dell’intuito geniale di Bugatti, che sposerà la frase “il peso è nemico della velocità”, tuttora un mantra per i produttori di supercar, e creerà la Type 10 di soli, per l’epoca, 300 kg. Tra i modelli esposti, la Bugatti Royale, detta anche Bugatti Gold, per le molte parti in oro, antesignana delle supercar dei super ricchi odierni, la Veyron, più volte recordcar di velocità nel 2005 e nella versione Super Sport nel 2010. Ma anche se per noi nostalgici la Royale Type 41 occuperà sempre un posto speciale in un ideale podio, la star della mostra è la avveniristica Bugatti Divo del 2018 con un design straordinariamente affascinante anche per i non fanatici delle hypercar.

Una curiosità: il nome di molte ultime Bugatti non è frutto di strategie di marketing ma ricorda i nomi di piloti Bugatti, come il francese Albert Divo, che corse per Bugatti negli anni '20 vincendo due volte la Targa Florio, oppure la Chiron, che prende il nome dal monegasco Louis Chiron, pilota della Bugatti Tipo 35.

Insomma, il mito Bugatti non si fonda solo sul lusso, ma è frutto di una fantastica storia di uomini geniali (Ettore Bugatti), piloti e auto straordinarie che hanno illuminato il XX secolo e si apprestano a lasciare la loro impronta (vedi il prototipo 2019, La Voiture Noire), sicuramente elitaria, sul futuro dell’auto.