Basterebbe questo a presentare la nuova promessa del pugilato italiano, il fiorentino Fabio Turchi; una carrellata di vittorie (tra cui 9 per KO dell’avversario) che lo ha portato alla sua prima esperienza americana in occasione del Real Deal Championship Boxing, evento organizzato dall’ex campione mondiale dei pesi massimi Evander Holyfield e andato in scena lo scorso dicembre. In questa occasione, più unica che rara, nella cornice del ring dello Strand Ballroom & Theatre di Providence, Rhode Island, Fabio Turchi ha dimostrato a se stesso e agli altri chi è veramente, portando così le sue vittorie a 13. Lo sfidante, il 37enne americano Demetrius Banks, è stato battuto per abbandono al quarto round per KOT. Una gara all’insegna di un crescendo di intensità che ha trasformato quel breve e sostanziale equilibrio iniziale in una schiacciante vittoria del pugile fiorentino.

Men’s Health ha incontrato Fabio Turchi prima del suo incontro americano, presso la sede milanese di MDM, lo Studio Legale che cura i suoi interessi. L'avvocato Andrea Orciani ha spiegato come l'obiettivo di MDM, studio legale con una forte vocazione per lo sport, è quello di dotare Fabio di una struttura in grado di supportarlo dal punto di vista organizzativo. “Si cercano di creare le condizioni affinché diventi un vero e proprio brand, basato sul mito e i valori del pugilato”.

Dopo il match di Rhode Island, Fabio è rientrato in Italia per cominciare subito la preparazione in vista dell’incontro, il 2 febbraio al Mandela Forum di Firenze, contro il campione rumeno Alexandru Jur. In palio c’è la cintura dell’Unione Europea dei massimi leggeri.

L’intervista

Partendo dal workout vero e proprio, raccontaci la tua preparazione fisica e il training che stai affrontando in vista dell’incontro.
Per il match americano mi sono sottoposto a una preparazione molto lunga perché la data della manifestazione e la scelta dell'avversario sono cambiate diverse volte. Mi allenavo per sei giorni con una giornata di riposo.
In quei sei giorni ho fatto una doppia seduta di allenamento: la mattina una parte atletica con i miei preparatori Leonardo Pinto e Lorenzo Tafani, nel pomeriggio una parte tecnica con mio padre, Leonardo Turchi.
Non mi fisso troppo sul guardare i video degli avversari, perché per come sono fatto tendo spesso a sopravvalutare chi ho di fronte, quindi cerco di guardare uno spezzone della prima ripresa e mi faccio un'idea di chi devo affrontare. Lascio ai miei preparatori il compito di visionare i video.

Al workout abbini una dieta specifica?
L'alimentazione è parte fondamentale della preparazione ma per quanto mi riguarda non faccio diete drastiche: seguo una dieta ricca di proteine e carboidrati, che non posso escludere. La mia è una dieta sana ed equilibrata. L’unica tentazione che mi concedo è qualche dolce, che dovrei evitare.

Come ti prepari mentalmente agli incontri, hai qualche rito scaramantico?
Da quando sono diventato un professionista, gli eventi che disputo sono più sentiti da parte mia. Prima in nazionale eravamo una squadra, adesso ci metto io la faccia in prima persona e sono il protagonista. Non ho scaramanzie, semplicemente cerco di non variare troppo la routine prima dell’evento: il giorno del match e i giorni prima devono essere molto simili alla routine di tutti i giorni. Cerco di essere spensierato e di tenere un atteggiamento positivo e pensare che andrà tutto bene. E cerco di ricordarmi sempre ciò che ho fatto prima del match, cosi da salire consapevole sul ring delle mie possibilità e di poter vincere.

Tu sei figlio d'arte: tuo padre è stato un grande della boxe italiana. Aspetti positivi e negativi dell'essere allenato da tuo padre?
Non ci sono mai stati grandi problemi se non quando non era d'accordo che passassi a professionista e preferiva rimanessi dilettante ancora per qualche tempo. Dal punto di vista degli allenamenti mi sono sempre trovato bene, pretende molto da me e prima di abitare con la mia compagna, con cui convivo da tre anni, la mia giornata era fatta solo e sempre di pugilato. Ora, abitando con lei, ho i miei spazi. Per quanto riguarda il pre-gara, averlo con me è una marcia in più: mi conosce meglio di chiunque altro. Sono contento di averlo vicino.

Chi è Fabio Turchi quando è lontano dalle gare?
Io e la mia compagna abbiamo due cani che sono come figli per noi e nel tempo libero tra allenamenti e altri impegni li porto fuori. Sono una persona molto tranquilla e non ho svaghi particolari. Mi piace pescare, andare a cena fuori… Cerco sempre di fare cose molto regolari come richiede il mio sport. Quando non sono in palestra però cerco di staccare e di trovare tempo per me stesso.

Intorno a te si è creata una vera e propria macchina imprenditoriale dove tu sei il brand su cui si investe e si cerca di puntare al massimo. Qual è il tuo rapporto con i social necessari a farsi conoscere dal pubblico?
Ho i miei profili Facebook e Instagram, cerco di usarli esclusivamente per il mio mestiere, alternando informazioni relative ad eventi, allenamenti e incontri e vita privata. Penso di essere abbastanza attivo e credo che oggi come oggi i social siano molto importanti per il brand.