Cosa c’è di più naturale e amico dell’ambiente se non lo sport? Ogni anno, il 22 aprile, tutto il mondo celebra la Giornata della Terra, l’Earth Day. E per tutti noi che facciamo sport, sudando di corsa, oppure in sella a una bicicletta, viene quasi naturale pensare che lo sport sia l’emblema della vicinanza dell’uomo alla natura.

Lo sport è universalmente considerato un’attività green, che non crea danni alla Terra, o in modo minore rispetto ad altre attività. Le cose che inquinano sono altre e di altri: una sigaretta buttata per terra, uno pneumatico a bordo strada, la confezione del gelato abbandonata in riva al mare.

Siamo sicuri però che gli sportivi in questa giornata possano avere la coscienza davvero a posto? È possibile parlare di sport a 360 gradi come sinonimo di sostenibilità ambientale?

Giornata della Terra: tutti gli sport sono davvero sostenibili?

Pensiamo, ad esempio, allo sport invernale più amato da tutti: lo sci. In Italia, ogni anno, quasi 5 milioni di appassionati scelgono di passare qualche giorno sciando in montagna. Ma lo sci, specialmente quello praticato sulle piste da discesa, non è di certo uno sport ecologico. Da sempre si polemizza sul disboscamento dei versanti delle montagne per fare spazio a nuove piste.

Per non parlare dell’innevamento artificiale: il movimento ambientalista Mountain Wilderness, ha calcolato che per ricoprire un ettaro di pista per un’intera stagione sciistica occorrono oltre 4.000 metri cubi d’acqua, lo stesso quantitativo che usa un milione e mezzo di persone in un anno.

In questo momento storico in cui ci viene chiesto di ridurre riscaldamenti e aria condizionata, le palestre rischiano di tornare sotto i riflettori: templi del fitness, caldi d’inverno e freschi d’estate sono fondamentali per tenersi in forma nella società moderna. Ma anche loro hanno un costo per la Terra. Bisogna considerare l’enorme consumo energetico di ogni palestra.

Un tapis roulant utilizza in media 600-700 watt di energia: l’equivalente di ben 50 lampadine fluorescenti compatte lasciate accese per tutta la durata della corsa. Con due ore alla settimana di allenamento si arriva ad emettere, in un anno, 50 chili di anidride carbonica. Il vero nemico dentro le palestre, è il condizionatore: creare il clima interno ideale, per praticare sport indipendentemente dalla temperatura esterna genera grande inquinamento. Un condizionatore di classe energetica più bassa, ad esempio A, può arrivare a consumare in un anno quasi 900 kWh ed emettere circa 280 chili di CO2.

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Il peggior nemico della Terra (e dello sport)

Il peggior nemico del pianeta è però la maleducazione: dopo una maratona vengono raccolti, in media, dalle 4 alle 7 tonnellate di rifiuti solidi urbani. Troppo spesso anche tra i ciclisti c’è il mal costume di gettare a bordo strada le confezioni di gel e barrette.

Gli sportivi, che fanno sport respirando a pieni polmoni l’aria inquinata delle nostre città, dovrebbero celebrare ogni giorno la Giornata della Terra.