Tutto è cominciato giovedì 23 luglio, quando milioni di sportivi, runner e ciclisti dotati di sportwatch Garmin si sono ritrovati, con delusione, a non poter visualizzare i risultati dell'allenamento appena svolto. Semplice e temporaneo problema ai server del colosso americano? Macché. A distanza di 5 giorni il problema persiste e le informazioni pubblicate dalla stampa estera non dipingono una situazione in via di risoluzione.

Sia chiaro, i dispositivi sono perfettamente funzionanti, ma non riescono a scaricare sui software Garmin i dati raccolti durante la performance sportiva.

Quale sia la situazione è difficile dirlo. Garmin, il colosso americano dei dispositivi GPS, sta comunicando gli aggiornamenti ufficiali via Twitter e nell’ultimo messaggio ha scritto: “Vogliamo porgere le nostre più sincere scuse per il disagio che l'interruzione ha causato ai nostri clienti”. Poi rinvia a un elenco di FAQ, ossia di domande e risposte, che possono servire a far comprendere meglio la situazione e le restrizioni ancora in corso. E' possibile seguire lo stato dei servizi anche qui.

La società non ha ancora dato alcuna spiegazione per il guasto. Intanto i giornali internazionali stanno parlando sempre più diffusamente della natura dell’attacco hacker ransomware.

Si tratta di un tipo di attacco informatico che vede gli hacker prendere il controllo da remoto di computer o server per richiedere un riscatto.

A conferma di questo, molti giornali inglesi e americani, affermano che il blackout di Garmin sembra essere coinciso con un attacco di WastedLocker, un tipo di ransomware utilizzato da un gruppo di criminali informatici russi chiamato Evil Corp, di proprietà dell’hacker russo di 33 anni conosciuto con il nome di Playboy. Si tratta di un di cyber-criminale già ricercato dall'FBI per l’accusa di aver rubato almeno 100 milioni di dollari dal 2009. Oggi è considerato il più grande cyber criminale del mondo.

Sebbene non sia ufficialmente chiarito se si tratta davvero di un attacco ransomware e quale sia l’entità del riscatto richiesto, molti giornali anglosassoni hanno rilanciato la notizia che la richiesta economica sarebbe di 10 milioni di dollari.

Ne abbiamo visti parecchi in questi anni, ma spesso le vittime sono società finanziarie o banche, forse è la prima volta che viene colpito un brand tecnologico-sportivo di queste dimensioni. Il fatto è che se la “vittima” non pagherà il riscatto, potrebbe rimanere bloccata.

Dunque, non è ancora chiaro se ciò che sta accadendo in Garmin sia solamente il frutto di un problema tecnico o ci sia davvero dietro una “spy story” degna di un film giallo. Ciò che importa è che per il momento non esiste motivo di pensare che i dati degli utenti Garmin siano a rischio.

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I nostri dati sono al sicuro? E quando finirà tutto questo?

L'hackeraggio, se davvero di hacker si tratta, sembra essere un tentativo di estorcere denaro al gigante tech americano, e non di fare soldi con i dati dei singoli utenti.

Quando si tornerà alla normalità?

Non c'è modo di saperlo. L'azienda sta fornendo aggiornamenti sull'account Twitter di Garmin ed ha predisposto il servizio di FAQ. Anche perché tutti i servizi di call center, di supporto ai prodotti e le e-mail o chat online sono fuori uso.