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di Claudio GervasoniFederico De Albertis (in azione in questa foto e nell'immagine numero 3) e Marco Eydallin (in azione nella prossima foto e nella numero 4) sono due freestyler del Nordica Freeski Team. Sono anche i creatori (con Paolo Martinoglio) del Freeskicamp, il primo corso di freeski italiano ideato per insegnare a divertirsi tra salti, gobbe, rail, half pipe e tutto quanto è freeski. E sono pure tra gli autori di "Freeski. La nuova scuola del freestyle" (Hoepli, 224 pagine, 24,90 euro), il primo vero manuale sul freeski, dalla nascita della New School a oggi. E noi proprio a loro, due tra i migliori atleti europei e tra i massimi esperti di freeski in Italia, abbiamo chiesto i consigli per cominciare a muovere i primi passi nel mondo del freestyle.Scegli l'attrezzaturaLe evoluzioni del Freeski richiedono sci e attrezzatura ad hoc: gli sci devono avere la punta anche dietro, perché in molti trick ti trovi a sciare anche all'indietro, la sciancratura simmetrica e l'attacco centrale, che permette una maggior maneggevolevva nello guida dello sci. L'altezza? Pari alla tua, sempre per il massimo controllo. Gli scarponi invece sono più leggeri, e l'importante è che fascino bene il piede tenendolo saldo al loro interno.
Preparati fisicamenteLe basi atletiche per il freeski non sono molto diverse da quelle per lo sci in generale. Serve ovviamente una buona dose di resistenza, che puoi sviluppare con attività cardio tradizionali come la corsa o la bicicletta, ma anche con attività di resistenza total-body come l'arrampicata, che impegna tutti i muscoli del tuo fisico per lungo tempo.Salti e trick richiedono poi doti di forza esplosiva: squat, affondi, balzi con richiami al petto, pliometria sono il menu quotidiano per le gambe. Salti ed evoluzioni in aria mettono anche a dura prova la colonna vertebrale, e serve un grosso lavoro per la parete addominale e dorsale: ovviamente tutti gli esercizi a terra ma anche con la swissball. Il nostro trucco? La Slackline, quella fettuccia di nylon tesa su due punti su cui rimanere in equilibrio: alleni equilibrio e bilanciamento dinamico e fai un grosso lavoro alla parete addominale. Il freeski è uno sport estremamente acrobatico, e l'aiuto delle braccia è fondamentale: pull-up alla sbarra, push-up e piegamenti posteriori sono la base da cui partire. L'importante è che gli esercizi siano sempre svolti secondo i principi della dinamicità muscolare e della massima reattività, che è quella che poi ti serve durante le evoluzioni. E molto importante è anche lo stretching, in particolare alla schiena sollecitata dai salti: fai sempre i ribaltamenti all'indietro e le torsioni per sciogliere bene i muscoli.
Rispetta le regole del parkQuando entri in uno snowpark ci sono alcune regole (anche non scritte) che servono per la tua incolumità e per quella degli altri freestyler. Rispettale.- Non fermarti mai sugli atterraggi. Quando affronti un salto completalo sempre scivolando via immediatamente.- Indossa sempre il casco protettivo: è l'unica vera protezione in caso di cadute e di colpi alla testa.- Ogni struttura del park ha una velocità alla quale essere affrontata: se non hai un tutor che ti segue, prima di provarla guarda gli altri freestyler per capire come funziona. L'aspetto importante è che la velocità con cui affronti una struttura ti permetta di atterrare sullo 'scivolamento' (la parte finale della struttura) per evitare l'impatto diretto e verticale con essa. In questo modo trasferisci la forza sul 'landing' che è la parte destinata allo scivolamento e non solo subisci meno colpi ma non intralci le evoluzioni degli altri.
Salti: affrontali cosìPer un buon salto contano la velocità con cui affronti l'ostacolo e poi la spinta delle gambe verso l'alto quando gli sci si stanno staccando dal kicker, ovvero dalla parte ascendente dell'ostacolo che devi superare: è come quando ti alzi da uno squat, devi portare in alto in modo esplosivo il bacino, che in questo modo tende ad avanzare. Così facendo gli sci si posizionano paralleli al flat, la parte piatta dell'ostacolo da superare e poi tenderanno ad accoppiare la loro inclinazione a quella della discesa sul landing. Il segreto è quello di tenere gli sci naturalmente distanziati tra loro, indicativamente alla distanza del bacino, e poi ovviamente ammortizzare con le gambe in fase di caduta per evitare impatti troppo rigidi con il terreno.