Quando hai realizzato l’importanza che lo sport avrebbe avuto nella tua vita professionale?

Già dalla mia prima trasmissione, per una rete locale siciliana: si chiamava Sala Stampa e ne ho un ricordo bellissimo. Era esattamente quello che volevo fare in quel momento. Da lì ho intuito che poteva essere la mia strada, ma non ne avevo piena consapevolezza.

E il giornalismo quando è entrato nella tua vita?

La consapevolezza è arrivata quando a 20 anni ho messo per la prima volta piede a SkyTg24! Avere a che fare con professionisti di quel calibro e quella preparazione mi ha emozionata e mi ha dato lo stimolo giusto.

Che cosa significa raccontare lo sport attraverso il giornalismo?

Tanto studio, tanta determinazione e tanta voglia di ascoltare chi in quel momento ho di fronte, per carpire ogni emozione e provare così a restituirla al pubblico a casa. Ciò che amo maggiormente è poter dare voce alle emozioni dei protagonisti e ogni volta per me è un grande onore oltre che una grande responsabilità.

Quali le difficoltà nel raccontarlo oggi?

Le difficoltà in questo momento sono tante e stiamo tutti affrontando un match importante e globale. Però tra le “difficoltà” c’è sicuramente la mancanza di pubblico, il loro calore e affetto risuona forte all’interno di uno stadio vuoto; tuttavia da contraltare proprio questo “silenzio” del tutto nuovo ci fornisce l’occasione per assistere da un punto di vista privilegiato a una partita o un incontro, ascoltando le impressioni e le indicazioni di un mister a bordo campo o gli scambi di battute tra giocatori in campo.

E le opportunità, anche dovute ai nuovi media?

I nuovi media, invece, ci hanno permesso di avere un linguaggio veloce, efficace e moderno. Grazie a DAZN riusciamo a raccontare un evento attraverso un punto di vista giovane e fresco.

La tua stagione sportiva televisiva inizia nel 2015/2016, dove conduci per Sky alcuni programmi legati al mondo del calcio. Come ricordi quelle prime esperienze come conduttrice?

Ricordo che era inizio anno, mi sono trasferita a Milano il giorno dopo Capodanno. Ero talmente tanto emozionata, concentrata e adrenalinica che mi è venuta la febbre. Sono arrivata in Sky, in redazione con 38 di febbre e ricordo di aver preso tanta tachipirina pur di presentarmi puntuale. Ero emozionata perché entravo in una redazione nuova dove non conoscevo nessuno, una redazione prestigiosa a livello nazionale. Diciamo che ho provato un’emozione simile al primo giorno di scuola o di università, ma questa volta ero in un contesto di lavoro con tanti giornalisti professionisti e volevo dare il 100%.

Quali consapevolezze legate al mondo calcistico hai raggiunto oggi rispetto ai tuoi esordi lavorativi?

Dopo diversi anni che lavoro in questo settore, ho capito che il fattore psicologico è importantissimo. Mi spiego meglio: nel mio mestiere è importante capire le fasi e i momenti per ogni cosa, come fare un domanda ad un allenatore o a un giocatore post partita e ponderare bene le parole da usare a seconda dell’andamento della gara o del risultato finale. Mentre in studio devi avere il giusto equilibrio tra gli ospiti presenti, seguire il dibattito per dare il ritmo ideale al talk. Ci sono tante di queste cose che si acquistano con l’esperienza quindi diciamo che mi sento molto più psicologa adesso rispetto agli esordi.

Di calciatori ne hai intervistati tanti. L’aneddoto più divertente a cui hai assistito su un campo di calcio?

Ne ho vissuti tanti ma, più che divertenti, parlerei di eventi imprevisti come il gol all’ultimo minuto che sovverte le sorti della partita e che ti costringe a rivedere e smontare la tua scaletta! Nel mio programma Linea Diletta, dove ho intervistato tanti campioni, l’ospite viene messo in una situazione in cui è a suo agio quindi si creano sempre situazioni di complicità molto divertenti, come quella volta in cui per l’intervista con Immobile abbiamo fatto una gita di pesca. Dopo un’intera giornata abbiamo pescato solo alghe, insomma un disastro, ma è stata un’intervista molto bella e profonda. Oppure Totti che mi ha insegnato il cucchiaio e anche lui era di una simpatia totale. Mentre con Cristiano Ronaldo ci siamo tanto divertiti perché io volevo imparare il suo gesto, il “sium” ... E anche in quella situazione siamo riusciti a concederci momenti di naturalezza dove riesci, magari per pochi secondi, ad annullare il fatto che stai facendo un’intervista e diventa davvero una chiacchierata tra ragazzi.

Come ti prepari prima di ogni match?

Studio tantissimo: nella settimana prima del match leggo tutti i giornali, seguo gli scambi sui social tra i club. Poi questo periodo particolare porta con sé anche tanta imprevedibilità e continui cambi per le formazioni che sono variabili fino alla fine. Quindi devo sempre restare informata e seguire costantemente gli andamenti dei club .

Non solo calcio però. Per Dazn hai seguito molto anche la boxe. Passione scoperta o ritrovata?

La boxe non mi piaceva assolutamente, non avevo né mai seguito né visto un incontro. Ma quando ho avuto l’occasione di presentare La notte della Boxe (Foro Italico: Viktor Polyakov vs Giovanni De Carolis) ho capito quanta arte e disciplina c’è dietro questo sport. Ed è proprio arte e disciplina che gli atleti stessi mettono prima di arrivare a un incontro e di quanti sacrifici ci siano dietro, come ad esempio arrivare al giorno prima dell’incontro per il peso ed essere perfetto, capisci quanto sia uno sport mentale più che fisico e di quanto la testa in quei casi faccia la differenza anche perché sul ring sei da solo con te stesso, non hai altri 10 compagni che ti passano la palla. Mi piace vedere quanta introspezione ci sia in uno sport e quanto questa determini poi la performance.

Il Covid ha bloccato molte attività sportive. Come stai vivendo questo secondo lockdown?

Vivo questo secondo lockdown con molta attenzione, per me ma anche nei confronti degli altri, per continuare a lavorare tutti serenamente. Noi di Dazn stiamo andando in onda anche con la mascherina non solo per proteggerci ma anche per lanciare un messaggio importante: non abbassare la guardia soprattutto in questa fase così delicata, fiduciosi di trovare presto una soluzione e che si possa lentamente tornare alla normalità.

Spesso, attraverso i tuoi profili, vediamo la costanza nell’allenarsi. Hai una workout routine che segui quotidianamente?

Mi ritaglio sempre un po’ di tempo per allenarmi: mi alleno sempre con Buddyfit, cerco di fare sessioni da 30 minuti quotidiani. Preferisco workout al mattino - e su Buddyfit ci sono già a partire dalle 7.30 - che mi caricano nella maniera giusta per tutta la giornata!

Quale esercizio non deve mai mancare nel tuo allenamento quotidiano e perché?

Lo stretching iniziale, per allungare e sciogliere i muscoli. Poi mi piacciono tanto anche flessioni e squat.

Quale musica preferisci ascoltare quando ti alleni?

Non ho una playlist fissa: la cambio molto e spesso, ma è sempre musica molto strong con un ritmo e una frequenza elevata per darmi la giusta spinta durante l’allenamento! Nella parte finale – quella del defaticamento – scelgo ritmi più tranquilli per recuperare fiato.

Per ottenere il massimo dal proprio fisico è necessario abbinare anche una buona dieta?

È molto importante avere una dieta sana ed equilibrata, anche se devo ammettere che con il lavoro che faccio spesso non riesco a essere così brava e diligente nel mantenere una corretta alimentazione. Però in questo mi salva l’allenamento perché se sgarro un po’ il giorno dopo faccio sessioni più lunghe e intense di allenamento.

Come si può sensibilizzare le nuove generazioni verso lo sport?

Lo sport ti mette subito in una dimensione sana di vita e di scambio con l’altro e ti facilita nei rapporti con gli altri ragazzi. Mio padre mi ha fatto cominciare a fare sport da molto piccola e trovarmi in situazioni sportive mi è servito anche successivamente: per affrontare con più determinazione lo studio ad esempio, ma anche per controllare le emozioni. È normale infatti provare un po’ di invidia verso il risultato del compagno o della compagna di scuola. Anche controllare questi sentimenti passa dalla pratica sportiva se fatta con consapevolezza e costanza.

Con Ibrahimovic sei testimonial di Buddyfit che recentemente si è aperta anche ai più piccoli con Kids Class, la prima classe di home fitness pensata per i ragazzi. Come hai abbracciato questo progetto?

Buddyfit è una fucina di idee, è sempre in evoluzione e si migliora ogni giorno di più. Abbiamo circa 200 lezioni live e tra queste anche le classi kids tenute da una campionessa – Federica Macrì che ha realizzato un piano da 30 minuti pensato per i più piccoli, da fare a casa con una persona adulta, che sia mamma, papà o un fratello. Il progetto per i più piccoli mi ha sin da subito colpito perché è pensato per creare un momento anche nella routine dei ragazzi in cui ci si diverte, facendo movimento e dimenticando così l’impossibilità di uscire e correre con i compagni che questo periodo ci impone.

Chi è Diletta Leotta

Classe 1991, è conduttrice radio e TV. All’età di 15 anni partecipa al concorso di bellezza Miss Muretto 2006 e tre anni dopo a Miss Italia. A 17 anni inizia a collaborare con Antenna Sicilia in una trasmissione calcistica.

Nel 2011 diventa “Meteorina” di Sky Meteo 24 e nel 2014 conduce RDS Academy, il primo talent show dedicato alle radio, in onda su Sky Uno. Nel 2015 si laurea in giurisprudenza presso l’università LUISS di Roma.

Per la stagione sportiva 2015-2016 viene chiamata a condurre Sky Serie B su Sky Sport e nell’estate 2016 conduce insieme a Ilaria D’Amico gli speciali di Sky dedicati agli Europei di calcio 2016. Dal 31 ottobre 2017 conduce il programma 105 Take Away insieme a Daniele Battaglia.

Nel luglio 2018 lascia Sky Sport e approda sulla piattaforma DAZN, per la quale conduce dall’ottobre 2018 il programma Diletta gol, mentre dal 2019 conduce sulla stessa piattaforma i programmi spin-off Diletta gol in campo e Linea Diletta.

Ha affiancato Amadeus nella conduzione della serata inaugurale e finale del 70° Festival di Sanremo nel febbraio 2020.