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Il gioco

“Quei giorni perduti a rincorrere il vento”... potrebbe sembrare irriverente questo incipit alla recensione di un videogioco citando Fabrizio De André ma – complice il nome del titolo – mi sono trovato più volte a canticchiare questa canzone mentre affrontavo le lande desolate e popolate di furiosi dell’Oregon. Perché, alla fine, questo “Days Gone” – esclusiva di Playstation 4 che abbiamo avuto la fortuna di giocare in anteprima – altro non è che una storia d’amore e di amicizia, narrata in modo convincente.

Il tema del mondo post-apocalittico è da tempo uno dei più prolifici per la letteratura così come per il cinema e anche il mondo dei videogames ha ovviamente visitato questo argomento in lungo e in largo. Su tutti il capolavoro “The Last of Us”, uscito nel lontano 2013.

Questo “Days Gone” non manca di personalità e ha una storia forte. Basta poco per immedesimarsi nel protagonista – Deacon St. John – mentre rincorre notizie della sua amata Sarah, persa proprio all’inizio dell’avventura o cerca di aiutare l’amico Boomer a sopravvivere in un universo ostile. Ostile, certo, ma meraviglioso da ammirare e dipinto di colori vivaci, che ha nel ciclo giorno/notte così come nel sistema meteo dinamico innegabili punti di forza. Le meraviglie naturali del paesaggio generano un efficace contrasto con le tematiche cupe del gioco. Un applauso quindi ai programmatori che sono stati capaci di creare effetti atmosferici preziosi, come la pioggia o la neve.

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La storia

Due anni dopo una devastante pandemia globale, dovremo combattere per sopravvivere mentre siamo ancora alla ricerca di una ragione per vivere.

La popolazione mondiale è stata decimata (altrimenti che pandemia sarebbe...), uccidendo la maggior parte degli abitanti e tramutando milioni di essi in violente creature prive di consapevolezza (in pratica degli zombie). I superstiti vivono in un mondo dove le risorse, per usare un eufemismo, sono scarse e la legge che domina, neanche a dirlo, è quella della violenza.

È questo il palcoscenico in cui dobbiamo imparare a muoverci, recitando il ruolo di cane sciolto e cacciatore di taglie. Un randagio che ha scelto di vivere fuori dagli accampamenti dei civili sopravvissuti. Tutto ciò che abbiamo imparato nella nostra precedente vita, quando eravamo membri della banda di motociclisti dei “Mongrel”, ci tornerà utile.

Non perdere la speranza

“Days Gone”, al di là delle attività che dovremo svolgere per sopravvivere, è un viaggio nella psicologia dei personaggi. I temi sono quelli importanti di ogni vita: l’amore, la perdita, l’amicizia, la vendetta, la disperazione per arrivare alla consapevolezza che sopravvivere non significa vivere. Tutto ciò, in pratica, si traduce per il nostro alter-ego virtuale in una battaglia interiore per non perdere la speranza. Come si diceva, basta poco per affezionarci ed entrare in relazione con Deacon, per sentirci parte della sua vicenda che ci spingerà a passare tantissime ore nel tentativo di scoprire cosa succede. L’open world del gioco è immenso e la storia (tutta tradotta in italiano) è ben scritta e ci vorranno più di 50 ore per arrivare alla fine.

Il lavoro dei ragazzi di Bend Studio si prende tutto il tempo che serve. Dovremo imparare ad usare le armi che un ampio inventario ci mette a disposizione, così come passeranno ore di gioco prima di aver compreso le dinamiche dei campi di sopravvissuti con cui, gioco forza, dovremo interagire. E magari dedicheremo del tempo alla caccia del cervo, dei lupi, degli orsi o alla raccolta di piante per poi rivendere il tutto in cambio di denaro per acquistare componenti della moto o armi migliori.

L’ambientazione è stupenda con foreste, radure, piane innevate, deserti con tanto di grotte, miniere e tipiche cittadine rurali.

Capiremo presto che la nostra moto è un elemento chiave per sopravvivere. A lei dovremo prestare ogni cura. Sarà necessario imparare presto a padroneggiarla al meglio e investire denaro per personalizzarla con nuovi e più efficienti parti per avere più chance di sopravvivenza.

Attenti alle orde di zombie

Il virus che ha scatenato la pandemia ha trasformato i pochi umani sopravvissuti in “furiosi”, esseri che si evolvono e si muovono per lo più in gruppo, formando massicce orde che, se incontrate, ci faranno fare il classico salto sulla poltrona. Difficilissime da sterminare, quando avremo a che fare con un’orda, ce la daremo a gambe, aspetteremo che si dividano, per affrontarli poi singolarmente (o almeno io ho fatto così).

Ma non saranno i soli furiosi a toglierci il sonno visto che, nell’universo di “Days Gone”, dovremo affrontare anche i randagi, i predoni, la milizia della Nero e i temibili ripugnanti, tutti uniti da un unico comun denominatore: farci la pelle! Ma non voglio raccontarvi di più, visto che svelare anche solo una parte della trama del gioco sarebbe imperdonabile.

Altro che “giorni perduti”… se amate il genere, il mio consiglio è quello di non perdervi questo gioco.

Il libro

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A proposito di scenari post-apocalittici. Se, come me, amate i racconti post apocalittici, ecco un paio di consigli ad hoc:

“La strada” di Cormac McCarthy, è uno straordinario romanzo post apocalittico che nel 2007 valse il premio Pulitzer per la narrativa al suo autore. Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c’è storia e non c’è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio...

Il film

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In “Io sono leggenda” Robert Neville sembra essere l’unico sopravvissuto a un’epidemia generata dal virus del morbillo geneticamente modificato che ha infettato quasi tutti gli esseri umani con risultati diversi: la stragrande maggioranza è morta, mentre una piccola percentuale ha subìto una degenerazione simile a quella provocata dalla rabbia. Neville (ex virologo) si è barricato in casa, costruendovi un laboratorio sotterraneo in cui conduce esperimenti su cavie animali infette per trovare una cura. Solo di giorno può aggirarsi per le strade in cerca di cibo e rifornimenti, dato che gli infetti rimangono nascosti nel buio perché se si espongono alla luce solare il loro corpo brucia...