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Come perdere peso dopo i 50 anni senza perdere massa muscolare

C’è un momento nella vita in cui ci si trova improvvisamente fermi davanti allo specchio e ci si fissa negli occhi. Un po’ come Robert De Niro in Taxi Driver. Un momento in cui ci si sfida e si decide quale strada prendere.

Per Luca Pavesi, 46 anni, quel momento è arrivato nove anni fa: “Un giorno mi sono guardato e non mi sono più riconosciuto. Ero arrivato a pesare 130 kg, con un’obesità di 3° grado e un indice di massa corporea di 39,9. Ho ripensato a mio papà che se ne era andato a 57 anni per problemi cardiaci e ho deciso che era arrivato il momento di fare qualcosa".

Fino ai 18 anni la vita di Luca era stata diversa, con una carriera giovanile spesa sui pedali. “Dalla bici poi sono passato alle moto: pista, enduro, strada, turismo. Ma intanto il mio corpo ha iniziato a cambiare e mi sono ritrovato a non riuscire più a camminare tenendo in braccio mia figlia, a salire e scendere dall’auto, ad allacciarmi le scarpe. Ho iniziato a soffrire di mal di schiena. Non trovavo più pantaloni da poter indossare perché avevo la taglia 62. E ho detto basta”.

Dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto con diete e pillole, decide di rivolgersi a un chirurgo. “Una scelta drastica e che allora mi era sembrata l’unica soluzione. Esportazione dello stomaco dell’80%. Quando sono sceso sotto i 100 kg ho pianto”.

"Oggi posso dire di aver vissuto due vite, una sovrappeso e una normale" Credit: courtesy of Luca
"Oggi posso dire di aver vissuto due vite, una sovrappeso e una normale" Credit: courtesy of Luca

LA NUOVA VITA DI LUCA: COME PERDERE PESO CON IL TRIATHLON

Nonostante sia dimagrito, l’alimentazione non è ancora corretta. Luca mangia meno, ma sempre in modo disordinato. Inizia a fare attività fisica da solo, riprendendo con il suo primo amore, la bicicletta. E aggiunge qualche camminata. Poi l’idea che gli cambia la vita. “Lavoravo in un concessionario e il mio socio era un runner e mi raccontava spesso che la corsa lo faceva stare bene. Una domenica mattina gli chiedo di uscire a correre insieme. Ho fatto 6,7 km. Ero distrutto, ma contento. Due giorni dopo ho ripetuto lo stesso giro da solo, ma più velocemente. Così ho iniziato ad alternare corsa e bicicletta. Ogni giorno miglioravo sempre di più, oltre a vedere il peso scendere”.

Poi, casualmente, parlando con un amico appassionato di triathlon decide di provarci. “Mi ha raccontato del suo allenatore, Paolo Barbera, dei programmi, dei traguardi e mi sono buttato”. Grazie a Paolo, Luca acquisisce un metodo e smette di improvvisare. “Mi ha insegnato tanto, nel nuoto e nella corsa, soprattutto tecnica. Il mio vero cambiamento è cominciato a questo punto, perché ho iniziato a unire allo sport anche una vera dieta, seguito da un nutrizionista.

Ho cominciato a tenere un diario alimentare dove segnavo tutto quello che mangiavo, imparando a capire gli errori che facevo. Mi ha insegnato a mangiare quello di cui avevo bisogno, quando ne avevo bisogno, in base ai programmi di allenamento. E quando sono arrivato al peso che desideravo (sotto gli 80 kg) mi sono detto che quello doveva essere il punto di inizio della mia nuova vita".

Credit: Jacopo Altobelli

IL SOGNO PIÙ GRANDE DI OGNI TRIATLETA

A due anni dall’intervento corre la sua prima maratona. E da lì non si è più fermato. “Ho completato 5 Ironman full distance, 12 maratone, una 100 km... più tutte quelle gare che servono per prepararle. Correre e pedalare è diventato il modo di trovare la leggerezza per affrontare tutti i problemi della vita quotidiana. Non più affogandomi nel cibo. Ripensandoci ancora mi commuovo. Quello che serve è trovare l’equilibrio. Ma per farlo è necessario avere un obiettivo per tenere sempre alto lo stimolo. Il mio star bene oggi è dovuto, oltre alla famiglia, alla quotidianità e all’allenamento. Se non corro o pedalo, non sto bene. Mi sono accorto che il giorno dopo che mi sono allenato cerco un’alimentazione più pulita. Invece, più tempo passa tra un allenamento e l’altro, tra un obiettivo e l’altro, più rischio di cedere alle tentazioni. Stare bene, aiuta a ricercare la sensazione di benessere”.

Il prossimo obiettivo di Luca è ambizioso. È il sogno di ogni triatleta. “Mi piacerebbe potermi regalare l’Ironman di Kona per i miei 50 anni. Per farlo, però, dovrei riuscire a completare 6 Ironman nei prossimi quattro anni...”. “Anything is possibile” recita il motto dell’Ironman. E Luca lo sa bene.

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