Per fare un paragone un po’ ingombrante si può scomodare il celebre saggio “La democrazia in America “scritto da Alexis de Tocqueville sugli Stati Uniti d'America e riguardante i lati positivi del governo democratico americano nel 1830, ma anche i limiti dello stesso.

Nello specifico, la democrazia rappresentativa repubblicana in America, secondo Tocqueville, aveva alcune debolezze: il dispotismo popolare, la tirannia della maggioranza, l'assenza di libertà intellettuale, ciò che gli sembra degradare l'amministrazione e favorire il crollo della politica pubblica di assistenza ai più deboli, dell'educazione e delle lettere. (fonte Wikipedia).

Tutti attributi negativi (dispotismo e tirannia della maggioranza, assenza di libertà di espressione), sempre con le dovute proporzioni, riscontrati e traslati in epoca moderna nel microcosmo dei gruppi su WhatsApp. Spieghiamo.

Nei gruppi neonati c’è di solito una prima fase di entusiasmo e di convenevoli (un po’ come il fervore di certe nuove compagini democratiche); una seconda dove ci si espone e i commenti sono minimamente tollerati e infine una fase in cui uno o più pseudo leader pigliano il sopravvento e, se il tuo commento è dissenziente dal sentiment comune (vedi dispotismo e tirannia della maggioranza), vieni automaticamente e brutalmente ridimensionato.

Come diceva sempre Tocqueville “le società moderne e democratiche sono caratterizzate da un certo dispotismo non tirannico: il problema della tirannia della maggioranza non è solo il fatto che i pochi devono sottostare al volere dei molti, ma anche il fatto che i molti tendono a dominare l’opinione pubblica, polarizzando la società verso un pensiero unico (o, usando le parole di Marcuse, verso una "società a una dimensione", in cui l'uniformità ha talmente tanto permeato la mente al punto da auto censurare le opinioni impopolari). La tirannia della maggioranza non è dunque una tirannia materiale che ha come obiettivo i corpi, ma una tirannia più subdola che si esercita sul pensiero: la democrazia ha per sua natura dei perenni esclusi, cioè coloro che hanno posizioni estreme lontane sia dalla maggioranza, sia dalle minoranze.

Se ci pensate bene è esattamente quello che succede nei gruppi whatsapp ma anche su Facebook. Quando c'è una minoranza dissenziente in una discussione cosa succede? O la persona in minoranza si toglie dal gruppo (ma non è simpatico perché c’è magari un rapporto pregresso di amicizia) oppure, più probabile, non commenta più perché non vuole stare a discutere su discorsi che non portano a niente se non a essere “bannato”.

In alcuni casi esiste poi una fase più subdola, che ovviamente non era stata prevista 200 anni fa da Tocqueville: i leader, o i rappresentanti della maggioranza, ti chiamano in privato chiedendoti come mai non parli più o commenti sul gruppo. Temo che questa sia forse la parte più fastidiosa, perché la libertà dell’astensione, assimilabile all’ ascesi di sapore vagamente schopenhaueriano, be', almeno quella ce la dovete lasciare...