C’è una definizione ben precisa della cinesicaLa cinesica (dal greco kinesis, movimento) è la scienza che studia il linguaggio del corpo. Il termine cinesica venne ideato dall'antropologo americano Ray Birdstwhell negli anni cinquanta del XX secolo.” (fonte wikipedia).

Sintetizzando, il significato di ogni messaggio che ci giunge è dovuto in questa percentuale: il 7% verbale, cioè ricavato dalle parole; il 38% vocale, elementi del parlato quali inflessioni dei toni, timbro e ritmo; il 55% non verbale, tutto ciò che deduciamo dal linguaggio visivo del corpo (gesti, posture e mimica facciale).

Dunque all’interno della cinesica rilevante importanza ce l’ha la mimica facciale. Quindi? Il problema nell’era Covid esiste. Se si è in conference, cioè non fisicamente di persona, la mimica facciale nell’ambito di un colloquio o di una situazione comunicativa lavorativa rimane piuttosto visibile mentre non lo è o è molto attenuata la parte di gesto e postura (visibilità a mezzo busto).

Viceversa, nei casi di colloquio di persona, la parte relativa alla mimica facciale è parzialmente se non molto alterata per l’ingombro della famigerata e possiamo tranquillamente dire oramai “odiata” mascherina. Che si fa in questo caso? Beh rimangono gli occhi che potrebbero essere delle spie dello stato d’animo anche se, in verità, il sorriso, il broncio, e qui ci sono pochi dubbi, sono il vero “campanello” dell’anima.

Cosa rimane allora della cinesica nel suo approccio totale? Direi ben poco, per cui se siamo selezionatori di personale dobbiamo “virare” su altri sensi e magari studiare molto di più altre informazioni. Per poi sperare che questa limitazione sia momentanea, anche perché oltre alla questione professionale c’è anche quella di tipo personale, alla voce rapporti affettivi, che a lungo andare non va per niente trascurata.