Scopri una viticoltura che ha radici antiche, con viti di oltre 70 anni che crescono a forma di raggiera a quattro metri di altezza e che formano un monumento naturale chiamato Bellussere. È la proposta della cantina veneta Ca' di Rajo: un wine tour tra i vigneti che porta turisti ed eno-appassionati alla scoperta di un allevamento della vite basato su un sistema a raggi messo a punto alla fine dell’800.

Preservare questa antica forma di impianto è l’impegno dell’azienda Ca’ di Rajo, guidata dalla famiglia Cecchetto, proprietaria di questa realtà che oggi esporta in circa 50 Paesi i suoi vini, principalmente Prosecco Doc e Docg e Raboso. Situata a San Polo di Piave, in provincia di Treviso, a pochi chilometri da Venezia, Ca’ di Rajo ricava parte della sua produzione proprio da vigneti che presentano la storica forma di impianto definita “Bellussera”. Si tratta di 15 ettari in cui si trovano varietà come Raboso, Glera, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon, Verduzzo, Merlot.

Il wine tour per gli innamorati

In occasione di San Valentino il wine tour di Ca’ di Rajo diventa l’occasione per farsi una promessa d’amore nella chiesetta del 1300 (custodita all’interno della tenuta), di passeggiare sotto alle Bellussere, di degustare una selezione di almeno 6 vini, dal Prosecco Docg al Raboso Piave, e di scoprire autoctoni rari come il Manzoni Rosa. Per la festa degli innamorati la cantina trevigiana propone dunque un’esperienza unica da vivere in due: un’evasione sensoriale, una vera e propria fuga di relax lontano dal caos della città.

I vini in degustazione

Ca’ di Rajo si dedica in particolare ai vitigni autoctoni presenti nella provincia di Treviso. Punta di diamante dei vini Ca’ di Rajo sono Raboso e Prosecco Superiore Docg Valdobbiadene nelle versioni Brut e Extra Dry. A conquistare la critica internazionale sono stati anche i vini di altissima qualità dell’azienda, come Prosecco Doc Treviso, Manzoni Bianco 6.0.13, Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.

La Bellussera

La Bellussera prevede un sesto di impianto ampio dove pali in legno di circa 4 metri di altezza sono tra loro collegati da fili di ferro disposti a raggi. Ogni palo sostiene 4 viti, alzate circa 2,50 metri da terra, da ciascuna delle quali si formano cordoni permanenti che vengono fatti sviluppare inclinati verso l’alto e in diagonale rispetto all’interfilare, formando una raggiera.

La chiesetta del Carmine

Quella della famiglia Cecchetto è la storia di vignaioli legati a filo doppio con il territorio, sorretti e guidati dall'amatissima chiesetta della Madonna del Carmine che si trova all’interno della tenuta ed è visitabile. La Chiesetta del Carmine, con l’adiacente Casa Convento e la Torre di Rai, sono simboli di grande interesse storico e artistico. La Chiesa e il convento, facenti parte di un complesso claustrale di padri carmelitani, vennero fatti costruire da Rambaldo XII (conte di Collalto). Nel XIV secolo erano parte integrante del cortile di un grande castello, andato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale. Ad oggi non è rimasto più nulla del castello tranne uno scorcio di muro della torre centrale. La chiesetta del Carmine invece si è conservata in buono stato, pur subendo diverse inondazioni nel corso dei secoli: ne è esempio una singolare incisione presente sullo spigolo interno del portone che testimonia come, nel 1567, l’acqua del Piave è arrivata addirittura a quota 1,50 metri. Esiste ancora una parte del cortile interno dal quale si può vedere qualche pittura murale e una meridiana, addossate alle pareti della chiesa; da questo cortile ben appare il campanile, che alle origini era una torre di vedetta.

La torre di Rai

A pochi metri dalla cantina si trovano anche i resti della torre di Rai, su una collinetta, immersa tra alberi centenari e circondata da campi coltivati, in una cornice che la rende unica nel suo genere. Fu costruita per motivi strategico-militari nel X secolo su fondazioni romane e in epoca relativamente recente subì le maggiori devastazioni: una prima volta nel 1918 durante la ritirata austriaca e una seconda nel 1925 a causa di un fulmine. Queste strutture sono visitabili con percorsi guidati.

Per informazioni www.cadirajo.it – Visite su prenotazione scrivendo a press@cadirajo.it oppure chiamando il numero 0422 855885