Sport e alte temperature non vanno particolarmente d’accordo, per una questione di voglia e soprattutto di salute: e allora ascolta i consigli che ti diamo di seguito per fare allenamento col caldo.

Quando il termometro sale, infatti, aumenta anche il rischio di problemi cardiovascolari, che possono arrivare fino all’arresto cardiaco.

Se vuoi continuare a praticare attività sportiva anche col caldo, fallo pure. Prima però leggi i nostri consigli per farlo correttamente, proteggendo la tua salute.

Allenamento col caldo e salute del cuore

Disidratazione, perdita di sali minerali, diminuzione della pressione arteriosa e colpo di calore: se ti alleni quando fa caldo, ecco cosa potrebbe succedere. E se stai pensando che, in fondo, non è nulla di preoccupante, sappi che questi aspetti rappresentano un potenziale rischio per il tuo cuore.

Per fare in modo che la pratica sportiva continui a rimanere un piacere, basta seguire alcuni consigli e usare il buon senso. Per esempio, assicurati di assumere correttamente liquidi e sali minerali e, se ti alleni all’aperto, organizzati in modo da farlo nelle ore più fresche della giornata.

Soprattutto, impara a riconoscere i segnali che il tuo corpo ti manda. Capogiri, mal di pancia, nausea e crampi: quando l’organismo è sotto pressione per l’eccessiva fatica e il caldo, ti avvisa che è necessario interrompere lo sforzo.

Questa regola vale per te e per le persone che ti circondano: riconoscere un’emergenza e saperla trattare correttamente è il modo migliore per salvare una vita, che sia la tua o quella dei tuoi compagni di allenamento.


L'importanza della prevenzione

Lo strumento più importante di prevenzione per la salute, insieme a un corretto stile di vita, è sempre lo stesso: la visita cardiologica di controllo, raccomandata a tutti dopo i 40 anni.

La visita è da effettuare almeno una volta ogni cinque anni, con maggiore frequenza in caso di fattori di rischio come colesterolo alto, ipertensione, tabagismo e obesità.

“È fondamentale che tutte le persone che praticano sport, anche se a livello amatoriale, in modo saltuario e al di fuori di circoli e associazioni sportive, si sottopongano a una visita di idoneità sportiva, per far emergere eventuali patologie cardiache che mettono a rischio la salute”, spiega Silvia Scelsi, presidente di Italian Resuscitation Council, società scientifica senza scopo di lucro, accreditata al Ministero della Salute, che riunisce medici, infermieri e operatori esperti in rianimazione cardiopolmonare.

Dae in palestre, piscine e centri sportivi

Ogni anno in Italia ci sono circa 60mila arresti cardiaci: di questi, si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste interviene con le manovre salvavita, cioè massaggio cardiaco e ventilazioni, e ancor meno, il 28%, con il defibrillatore.

Ecco perché l’anno scorso è entrata in vigore la legge sul primo soccorso, che rende obbligatorio l’insegnamento a scuola delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e soprattutto l’obbligo di installare i DAE, ovvero i defibrillatori automatici esterni, nei centri sportivi, palestre e piscine gestiti dalle oltre 120mila società e associazione sportive professionistiche e dilettantistiche italiane.

Così si garantisce a tutti, sportivi professionisti e non, la presenza di uno strumento salva-vita durante gli allenamenti e le gare. La legge prevede che i DAE installati siano segnalati e registrati alla centrale operativa del sistema di emergenza sanitaria 118.

Sai riconoscere un arresto cardiaco

Per migliorare le possibilità di sopravvivenza, è fondamentale che chi assiste a un arresto cardiaco sappia riconoscerlo e chiami il numero unico di emergenza 112.

In questo modo, sotto la guida degli operatori, può iniziare quanto prima le manovre di rianimazione cardiopolmonare, come il massaggio cardiaco e, se disponibile, l’uso di un DAE per defibrillare il prima possibile in attesa dei soccorsi.