Valerio cleri


VALERIO CLERI… OGNI VOLTA UNA SFIDA NUOVA
I gladiatori romani erano costretti ad un durissimo allenamento quotidiano e all’osservanza di una disciplina ferrea.
Il nuoto di fondo è uno sport di fatica, resistenza e concentrazione per cui occorrono sicuramente forza e determinazione ed è per questo che Valerio Cleri, campione mondiale in questa disciplina, è stato soprannominato proprio “il gladiatore” anche se lui non si definisce così.

“Ho soltanto cercato di trarre il massimo del profitto da tutte le situazioni ricordandomi sempre il punto di partenza e soprattutto cercando di capire che c’è sempre da guadagnare qualcosa in ogni situazione anche da quella più difficile; io non do nulla per scontato e so che ogni volta è una sfida nuova”. La determinazione che l’ha sempre contraddistinto, fin da bambino, l’ha portato a raggiungere traguardi importanti: “partivo tutte le mattine da casa a Palestrina per arrivare a Roma dopo due ore di viaggio tra bus e metropolitana. Poi due ore e mezza di allenamento. Dopo, con il panino di mamma mangiato a bordo vasca come pranzo, ricominciavo l’allenamento.
Questa è la vita che ho fatto tutti i giorni, per tanti anni.”

Ogni giorno Valerio fa un doppio allenamento, nuota per un totale di 18/20 km oltre alle sedute in palestra 2/3 volte a settimana. Quando gareggia, rimane in acqua per circa 2 ore sulla distanza dei 10 km, e per circa 5 ore e 30 minuti sui 25 km. Il dispendio energetico è enorme.
 “Non seguo diete specifiche perché personalmente mi risulta difficile seguire degli schemi alimentari visto il mio impegno psico-fisico quotidiano. È importante mangiare in modo sano per nutrire i miei muscoli ma ancor di più soddisfare le mie necessità mentali quindi mi limito a mangiare tutto senza eccessi. Mangio diverse volte al giorno ma non troppo e spesso premio le mie voglie senza strafare. L’unica attenzione la riservo per l’acqua: ne bevo molta!”

Nel 2009 Valerio è diventato Campione del Mondo nella 25 km proprio a Roma, la sua città e la squadra della Lazio, di cui è tifosissimo, gli ha riservato una sorpresa speciale: “è stato l’anno della rivincita, dopo il 4° posto alle Olimpiadi di Pechino ho lavorato ancora di più e mi sono guadagnato una bella medaglia anche se avrei potuto raccogliere di più anche nella 10 km. Sportivamente è stato l’anno più bello. La Lazio ha celebrato la mia vittoria ai Mondiali in occasione del galà di presentazione della squadra allo Stadio Olimpico di Roma il 13 agosto dello stesso anno ed è stato come se il mondo si fosse fermato per guardare solo me:mi sentivo al centro di tutto! Molto bello!”

Valerio si è sempre preoccupato di crearsi una situazione in cui poter lavorare senza problemi fuori dall’acqua, “forse per educazione familiare o forse perché ho sempre fatto le mie scelte da solo. Ognuno ha la sua storia, le sue possibilità e il proprio carattere, di sicuro essere sostenuti economicamente dalla propria famiglia non aiuta a pensare al futuro. Io partii da zero senza un soldo in tasca ma con la borsa piena di intenzioni.”
La sua borsa oggi è piena di medaglie e di esperienza: “il mio obiettivo è quello di insegnare tutto quello che ho imparato a chiunque voglia imparare a vincere tenendo presente che bisogna prendere per buono tutto ciò che viene, perché si impara più dalla sconfitta che dalla vittoria.”