Training mania

Se a bruciapelo ti chiedessero di elencare delle dipendenze patologiche, cosa ti viene in mente? Probabilmente droga, alcol, gioco d’azzardo, forse il sesso. Più difficilmente ti verrebbe da dire lo sport e l’attività fisica, che di solito sono associate alla cura di sé e al benessere di una persona. Eppure è un fenomeno che esiste, seppure è ancora poco indagato.

 

Dopo aver analizzato il comportamento di 600 persone, una ricerca danese ha scoperto che il 5,8% di loro (ovvero 35 persone) poteva essere classificato come “drogato” di fitness. Chi si allena in maniera smodata diventa dipendente dalle due sostanze che vengono rilasciate naturalmente dal cervello durante lo sforzo fisico: le endorfine e gli endocannabinoidi. Come nelle altre forme di dipendenza, se una persona non riesce ad avere la sua “dose” quotidiana, sperimenta vere e proprie crisi di astinenza i cui segnali principali sono irrequietezza, frustrazione e senso di colpa.

Come fare a distinguere chi ha una sana passione per il fitness da una fissazione patologica? Ecco una lista di domande stilate dai ricercatori danesi per individuare comportamenti a rischio:
 

  • Ti alleni più di una volta al giorno?
  • I tuoi orari e le tue modalità di allenamento interferiscono con la vita familiare e ti creano problemi con amici e colleghi?
  • Anche se aumenti il carico di lavoro, alla fine della sessione ti senti comunque inappagato?
  • Al momento, allenarsi rappresenta la cosa più importante della tua vita?

Se hai risposto “sì” a tutte le domande, potresti avere un problema. Niente panico, però, ci sono gradi diversi di dipendenza e per ciascuno si può trovare una via di uscita, magari con l’aiuto di uno specialista. La chiave per il successo, sottolineano gli esperti, consiste nel riuscire progressivamente a sostituire la soddisfazione che ti dà l’allenarti con quella derivata da altre attività più riposanti e che comportino un maggiore coinvolgimento sociale.