STORIE DI RUGBY A MAR DEL PLATA

C'è stato un tempo in cui il Rugby La Plata era la squadra più forte dell'Argentina. Quel tempo era il 1978, l'anno dei mondiali di calcio vinti dalla formazione di casa di Kempes, Bertoni e del CT Menotti. E quel tempo era anche quello della Dittatura dei Generali, e del tragico fenomeno dei desaparecidos, oltre 30mila persone scomparse per motivi politici. Tra questi, anche i giocatori del Rugby La Plata, tutti tranne uno: Raul Barandiaran Tombolini. Ed è proprio partendo dalla sua storia che Claudio Fava racconta i piccoli e i grandi avvenimenti di quel tragico momento della storia del paese sudamericano. Clicca qui sotto e leggi le prime righe di "Mar De Plata" di Claudio Fava (in libreria dal 7 marzo 2013). Titolo: "Mar De Plata"Autore: Claudio FavaEditore: ADD EditorePagine: 160Prezzo: 14 euro

Capitolo 1

Il ragazzo magro con la maglietta rossa tuffò le braccia in avanti, il palmo delle mani verso l’alto come un penitente. Afferrò il pallone, se lo portò al petto e partì verso l’altra parte del campo inseguito da uno tracagnotto e lento come un mulo che cer- cava invano di lazzariargli i calzoncini, i polpacci, le caviglie... Alla fine lo mandò a farsi fottere mentre lo smilzo se ne andava via con la faccia stracangiata da una specie di risata. Arrivò sulla linea di fondocampo, diede un morso alla palla e la lasciò cadere a terra come una cosa improvvisamente inutile: era il suo modo di dire che si sentiva sazio.Quattro punti che chiudevano una partita senza misericordia, sei mete di distacco, i picciotti del Corrientes se ne potevano tornare a casa con le corna basse a raccontare come giocano a rugby quelli di Mar del Plata, come si pennellano certi drop che tagliano il cielo senza uno sbavo, senza virgole, il pallone conficcato in mezzo all’aria che pare un bullone, i trequarti che ti aprono la strada spazzando il campo e tu che te ne vai, la palla al petto, dritto come un treno, come una maledizione, come...La scoppola lo prese cattiva sulla nuca. «Raulito!? Bestia che non sei altro!»...