Il colesterolo è un fattore importante, i cui valori vanno tenuti sotto controllo per prevenire l'infarto e altri problemi cardiocircolatori, ma non è la sfera di cristallo che tutti pensano... In altre parole, non è l'unico dato da monitorare: anzi, secondo uno studio pubblicato dall’autorevole International Journal of Cardiology, negli uomini giovani e sani sarebbero i trigliceridi il fattore predittivo migliore per il rischio di cardiopatia.

I ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di 2.500 soggetti maschi, seguendone poi la salute per i successivi 13 anni: gli uomini con i trigliceridi alti avevano un rischio di cardiopatia di quasi 1,5 volte superiore a quelli con livelli bassi, indipendentemente dai valori del colesterolo. "I trigliceridi misurano il numero di particelle LDL piccole e dense nel sangue, che vengono assorbite facilmente dalle pareti arteriose”, spiega l’autore principale dello studio, il dottor Altan Onat.

I fattori (e i valori) di rischio

Più in generale, ecco poi i fattori da valutare con regolari esami del sangue e i loro relativi "livelli di guardia".

Colesterolo totale
HDL e LDL combinati. Sono considerati a basso rischio livelli sotto i 200 mg/dl.
Colesterolo HDL ("buono"). Spazza via il colesterolo LDL dalle arterie inviandolo al fegato. Punta a livelli superiori a 45 mg/dl.
Colesterolo LDL ("cattivo"). Colesterolo che forma placca all’interno delle pareti arteriose. Se è superiore a 100 mg/dl, è il momento di seguire una dieta più sana.
Rapporto colesterolo totale/HDL. Oltre il 4,4 significa che i tuoi valori di colesterolo non sono equilibrati, con le arterie che vengono messe a rischio.

Glicemia a digiuno
Livelli superiori a 100 mg/dl hanno come conseguenza un aumento del rischio sia di diabete sia di cardiopatia.

Trigliceridi
Grassi che l’organismo produce dal cibo che riceve. Con un valore superiore a 150 mg/dl sei in zona rischio. Come uscirne? Andando in palestra: sollevare pesi 3 giorni alla settimana può far scendere i trigliceridi del 20%.

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