Quanto l’etichetta mente!

Prendiamo per esempio tutte le etichette che strillano “con meno del 30% di grassi” oppure “light!”. La convinzione che mangiare grassi faccia ingrassare è dura a morire, nonostante da anni i nutrizionisti sostengano che per perdere perso sia più efficace una dieta ipocalorica e povera di carboidrati.

Inoltre, il fatto che un cibo contenga meno grassi, non implica che contenga anche minori quantità di zuccheri e amidi, sostanze che vengono aggiunte soprattutto ai cibi industriali più elaborati o ai piatti pronti per renderli più saporiti e appetibili e compensare la mancanza di grassi. A conti fatti, questi ingredienti aggiunti finiscono per essere più dannosi dei grassi perché scatenano picchi d’insulina che favoriscono l’accumulo di ciccia sulla pancia.

Inoltre non bisogna sottovalutare l’aspetto psicologico: l’etichetta in apparenza salutista ti dà la scusa per consumare porzioni più abbondanti. In uno studio condotto presso l’università Cornell, le persone tendevano a mangiare il 50% in più di uno snack marchiato “a basso tenore di grassi” rispetto a uno snack privo di indicazioni.

Molto meglio cercare di comporre dei pasti bilanciati, dove siano presenti proteine, carboidrati e grassi. Se ti rendi conto di aver esagerato in una delle categorie, basta ridurne la quantità al pasto successivo.