Quando l’orecchio fischia – 2/3

L’acufene, più comunemente chiamato ronzio, è una percezione di rumore pur in assenza di rumori reali. Di tanto in tanto capita a tutti ma una persona su dieci ne soffre in modo continuo. Nella maggiore parte dei casi l’acufene non interferisce in maniera significativa con la qualità della vita però può ostacolare la capacità di concentrazione e disturbare il sonno notturno. L’acufene può manifestarsi in una o in entrambe le orecchie e a volte è difficile localizzarlo perché sembra di avvertirlo in maniera diffusa in tutta la testa. L’acufene, infatti, non è generato dal rumore esterno ma è prodotto dal nostro apparato uditivo.

Come fare a prevenirlo?

Dato che la causa più comune dell’acufene è legata ai rumori forti, ridurre l’esposizione a tali rumori è la prima cosa da fare per evitare l’insorgere del fastidioso ronzio. L’intensità di un suono e quindi la pressione che esso esercita sul timpano è misurata in decibel (dB). Il linguaggio umano in una conversazione normale raggiunge all’incirca i 50 dB; un bar affollato ha un livello di circa 80-90 dB. Le direttive europee indicano che il livello di 85 dB può essere sopportato per circa 8 ore senza che il nostro orecchio subisca danni. Al di sopra di tale soglia, l’incremento di 3 dB comporta un dimezzamento del tempo di sopportazione. Se possiamo esporci per 8 ore a un rumore pari a 85 dB, un rumore di 88 dB ci costringe a darcela a gambe dopo 4 ore e cosi via.

Nei prossimi giorni ti sveleremo cosa si può fare per eliminare o almeno attenuare questo fastidioso disturbo.