Nebbiolo prima

NEBBIOLO PRIMA
Parola di Daniele Cernilli

Anche se l’estate avanza, stavolta vi parlo di grandi vini rossi. Il perché è semplice: circa un mese fa, ad Alba, si è svolta Nebbiolo Prima, una grande degustazione durata ben cinque giorni e dedicata agli assaggi in anteprima di ben 480 vini, provenienti da Roero, Barolo e Barbaresco, tutti prodotti con uve Nebbiolo.
Per i Roero erano di scena le annate 2012 e il 2011 per le Riserve, sempre 2012, ma 2010 Riserva per il Barbaresco, 2011 e 2009 Riserva per il Barolo, come prevedono i rispettivi disciplinari di produzione.
Tranne il 2010 si è trattato di annate piuttosto calde, con ottimi livelli di maturazione delle uve.
Forse la vendemmia del 2011 è risultata più interessante del previsto, soprattutto a Barbaresco, ma anche nelle zone nord-occidentali del Barolo, nei comuni di La Morra e dello stesso Barolo.
Rossi possenti, forse un po’ meno longevi dei 2010, ma in certi casi godibili, con tannini non troppo aggressivi, cosa che ai vini da Nebbiolo accade spesso.
Da poter bere senza attendere una decina di anni, insomma.
Nell’insieme i vini del Roero, a nord del Tanaro, sulla cosiddetta riva destra, sono risultati più agili, immediati e meno adatti a lunghi invecchiamenti.
Molto eleganti i Barbaresco, nel solco della tipicità.
Più possenti e sfaccettati i Barolo, vini di grande impatto.
Qui ve ne propongo tre, scelti fra i migliori, o fra quelli che mi sono piaciuti di più tra i campioni presentati in assaggio, rigorosamente coperto.
Il primo, il Roero, è il Bric Valdiana 2012 di Giovanni Almondo, un grande classico.
Il secondo, il Barbaresco, è il Vecchie Vigne Sorì Paitin Riserva 2010 di Pasquero Elia, davvero strepitoso.
Il terzo è il Barolo Liste 2011 di Borgogno, da una vigna di Barolo collocata sopra i Cannubi, che in annate calde si esprime con classe immensa.