L’acido lattico: che cos’è?

È un prodotto di scarto? L’acido lattico si accumula nei muscoli durante un allenamento intenso provocando dolore che si protrae anche il giorno dopo? Per recuperare la cosa migliore è il riposo assoluto? Se hai risposto sì a una sola delle ultime tre domande, è meglio fare un ripasso.

L’acido lattico è un prodotto di scarto?

L’acido lattico è un prodotto davvero prezioso per il tuo corpo e soprattutto per i tuoi muscoli. Perché? Quando i muscoli sono in attività producono acido lattico: l’acido lattico passa nel sangue e poi subito nel fegato, dove viene trasformato in glucosio e alimento per i muscoli. L’acido lattico non è quindi un prodotto di scarto, anzi, è un mezzo con cui il corpo crea energia per continuare l’attività fisica.

Quando l’acido lattico crea bruciore?

Quando la quantità di acido lattico generata dai muscoli è superiore a quella che il corpo riesce a trasformare in glucosio, allora si ha quell’accumulo che genera bruciore, limitando così la contrazione muscolare.

Verità o legenda: l’acido lattico provoca dolore il giorno dopo?

L’idea comune è che i muscoli siano doloranti a lungo per via dell’accumulo dell’acido lattico, ma non è così, poiché ha un tempo di dimezzamento di 15 minuti. E dopo un’ora, massimo due (tempo che varia a seconda dell’attività svolta) torna al livello che abbiamo a riposo, quando stiamo seduti.

Meglio il recupero attivo o il recupero passivo?

Recupero attivo, senza ombra di dubbio. Se dopo un allenamento intenso continui con un’attività leggera, come correre o nuotare, il recupero è più rapido, cioè l’acido lattico torna ai livelli di riposo in un tempo più breve, circa un’ora. È per questo motivo che a fine gara vedi spesso gli atleti che continuano a muoversi lentamente, proprio per accelerare il recupero.

Testo a cura di Gian Mario Migliaccio, dottore di ricerca in Scienze dello Sport.