La nuda verità – 1/3

Non è vero che solo il pavimento arresta la caduta dei capelli. Chi soffre di alopecia androgenetica, più comunemente nota come calvizie maschile, oggi può contare sull’autotrapianto.

Le tecniche più moderne sono essenzialmente due: la FUT (Follicular Unit Transplantation) e la FUE (Follicular Unit Extraction). Vediamo in cosa consiste la prima:

FUT (Follicular Unit Transplantation)

 

Questa tecnica prevede il trasferimento di capelli con la loro radice da un’area del capo, donatrice, a un’altra calva o diradata, ricevente, dove si comporteranno come avrebbero fatto nel loro sito originario dando vita a una normale crescita. Le aree donatrici sono le regioni occipitale e temporale (posteriore e laterali) del capo; in tali aree, infatti, anche nelle calvizie molto estese, i capelli non cadono mai per la diversità dei recettori ormonali che li caratterizzano.

La tecnica FUT consiste nel prelievo di una striscia di cuoio capelluto (STRIP) dall’area donatrice, che viene quindi suturata. L’esito del prelievo della STRIP è abitualmente una sottilissima cicatrice della larghezza di meno di 1 mm che può essere mascherata anche sotto i capelli molto corti e che potrà essere resa praticamente invisibile anche con i capelli rasati a zero con le moderne tecniche di tricopigmentazione.

Tale cicatrice potrà essere riutilizzata per ulteriori prelievi rimanendo sempre ugualmente sottile. Una volta ottenuta la STRIP, sotto diretto controllo visivo verranno estratte le unità follicolari, avvalendosi di sistemi di ingrandimento,  microscopi o idonei occhialini dotati di binocolini ingrandenti. In questo modo la FUT è estremamente precisa e minuziosa e riduce al minimo il traumatismo dell’estrazione delle unità follicolari e anche i tempi tra espianto e reimpianto,  garantendo quindi una maggiore percentuale di attecchimento.