E' una pratica che sta andando sempre più di moda, ma la meditazione mindfulness è una cura? Può essere utilizzata come tale?

Se lo chiede all'inizio del suo libro Daniel Goleman, giornalista e scrittore, che cerca di andare nel profondo di questa pratica e di capire se la mindfulness possa essere davvero utile e recare benefici all'organismo e al benessere psicofisico.

La meditazione mindfulness come cura per Steve

Una tersa mattina d’autunno, Steve Z., un tenente colonnello in servizio al Pentagono, sentì un tremendo rumore: un istante dopo era a terra, privo di conoscenza, coperto dai detriti del soffitto che gli era crollato addosso. Era l’11 settembre 2001, e un aereo di linea si era schiantato sull’enorme edificio militare, proprio vicino al suo ufficio.

I detriti che avevano sepolto Steve gli salvarono la vita, proteggendolo quando la fusoliera dell’aereo esplose in una palla di fuoco. Nonostante il trauma, quattro giorni dopo si era già rimesso all’opera, lavorando febbrilmente di notte, dalle 18 alle 6, perché quelle erano le ore diurne in Afghanistan. Poco tempo dopo, partì come volontario per un anno in Iraq.

"La ragione principale per cui decisi di andare in Iraq era che non potevo più passeggiare in un centro commerciale senza essere iperattento, in un perenne stato di allerta. Scrutavo con circospezione le persone intono a me, studiavo il modo in cui mi guardavano", ha spiegato. "Non riuscivo nemmeno a entrare in un ascensore, mi sentivo intrappolato quando la mia macchina era bloccata nel traffico".

Steve presentava i classici sintomi del disturbo post traumatico da stress (PTSD, post-traumatic stress disorder). Rendendosi conto di non essere in grado di affrontare questa situazione da solo, iniziò a frequentare una psicoterapeuta, che vede tuttora e che lo ha condotto, con molta gentilezza, a provare la pratica della mindfulness.

La mindfulness, racconta Steve, "mi ha mostrato che potevo fare qualcosa per sentirmi più calmo, meno stressato, meno insofferente". Man mano che acquisiva esperienza nella meditazione mindfulness, iniziando a seguire anche la pratica della gentilezza amorevole e a partecipare a dei ritiri, i sintomi del PTSD si fecero gradualmente meno frequenti e meno intensi. Anche se aveva ancora dei momenti di irritabilità e agitazione, riusciva a vederli arrivare, a essere cosciente del loro sopraggiungere.

Storie come quella di Steve ci offrono una prospettiva incoraggiante sulla meditazione mindfulness. Sappiamo che questa pratica porta innumerevoli benefici. Tuttavia, la nostra formazione scientifica ci spinge anche alla prudenza: di fatto, non tutto ciò che viene detto sulla magia della meditazione è in grado di superare dei test rigorosi. Così, ci siamo proposti di stabilire con chiarezza che cosa funziona e che cosa no.

La meditazione mindfulness come cura

Proprio con la storia di Steve inizia il libro di Daniel Goleman, giornalista e autore di numerosi bestseller sull’intelligenza emotiva, che stavolta si propone di analizzare il tema della meditazione mindfulness, sempre più di moda, per chiarire una volta per tutte se e come questa pratica sia davvero utile.

Da pratica elitaria riservata a pochi la meditazione minduflness, infatti, sembra essere diventata la panacea per tutti i mali, mentali ma anche fisici. Le ricerche effettuate sul cervello in effetti hanno dimostrato che la struttura di quest’organo è influenzata dalle emozioni e dagli stati mentali, il che ha aperto la strada a una serie di metodi di “training mentale” che si propongono di migliorare la vita emotiva e intellettuale.

In La meditazione come cura Goleman, insieme a Davidson, professore di psicologia e psichiatria, analizza la tematica della meditazione, che studia da oltre trent’anni, spiegando la verità medica su quello che la meditazione può fare veramente per noi, e come trarne il massimo beneficio.

Facendo piazza pulita dei miti popolari, gli autori dimostrano che, al di là del benessere mentale, la meditazione può condurre alla modifica permanente dei tratti della personalità, facendo emergere qualità come l’altruismo, l’empatia e la compassione.

Per ottenere questo risultato, però, sono necessari alcuni elementi che attualmente mancano nella versione più comune di mindfulness. Per questo, basandosi sugli ultimissimi dati ottenuti nel laboratorio diretto da Davidson, gli autori indicano nuovi metodi per sviluppare un addestramento mentale più efficace e più duraturo.