Ci sono voluti mesi di palestra, sollevamento pesi, tanta dieta e tanta disciplina. E anche un po’ di heavy metal e di meditazione trascendentale. Abbiamo chiesto a Hugh Jackman come ha fatto: così adesso anche tu potrai diventare un mutante.

Hugh Jackman è una persona semplice. È difficile incontrare un australiano più alla buona, terra terra e a suo agio con se stesso e meno disposto a tirarsela come una vera star.
Ma c’è una cosa che lo contraddistingue. Jackman ha bisogno di mangiare. Ogni due ore, in punto, lui deve mettersi qualcosa nello stomaco. Proteine magre, cereali, fibre, magari mezzo avocado. Niente sale, niente grassi, olio o additivi. Cibo sano e semplice, disponibile allo scoccare dell’ora. Basta questo a farlo contento.
Costruire il celebre corpo di Wolverine non è facile: richiede mesi di sollevamento pesi, dieta e vita disciplinata. E anche un’infarinatura di heavy metal e meditazione trascendentale. Noi di MH gli abbiamo chiesto come ha fatto, per permettere anche a te di diventare un mutante.

L'intervista

Iniziamo dall’inizio. Cosa si prova a indossare gli artigli di Wolverine per quattro mesi ogni anno?
Beh, ormai ci sono abituato. E in quel film e su quel personaggio stranamente calzano a pennello. Ma immaginateveli nella vita reale: sarebbe ridicolo. Poi ci sono i capelli: ridicoli anche loro, di per sé e anche sul personaggio.

Dicono che tu sia l’uomo più a modo di tutta Hollywood. Come trovi la rabbia necessaria per interpretare Wolverine?
Quando ero più giovane ero davvero esplosivo. Scaricavo tutta la mia aggressività giocando a rugby. Ora non sono più così carico ma la mia aggressività da un certo punto di vista rimane. Nove caratteristiche su dieci di Wolverine non le condivido ma lo trovo comunque complesso e interessante da interpretare.

Wolverine è una metafora dell’aggressività innata negli uomini?
Fa parte del nostro DNA. Ho letto molte cose a riguardo. Lo scrittore Joseph Campbell ne parla molto. Dice che le madri fanno un grosso errore a non permettere ai figli di giocare a rugby o a football perché credono che sia uno sport violento. Si sbagliano. L’aggressione è un istinto primario e deve essere esorcizzata in qualche modo. Quindi interpretare Wolverine da un certo punto di vista è una buona terapia. E poi è cool. Molto più di me.

Come ti sei preparato al ruolo? Com’è stato l’allenamento?
Da vecchia scuola. Tanti pesi. Ogni volta. Vedo la gente in palestra con i kettlebell o con la swiss ball, e si comportano come se quello strumento potesse cambiar loro la vita. Sicuramente aiuta ma alla fine si riduce tutto a questo: devi allenarti finché non ti viene da vomitare e devi mangiare finché non ti viene da vomitare. Più o meno è tutto qui.

Ho capito bene: finché non vomiti?
Esatto! Non è cambiato nulla. Dicono – ma non so se sia vero – che Arnold Schwarzenegger faceva squat indossando un pannolino per incontinenti perché non voleva fermarsi nemmeno per andare in bagno. È con questo genere di cose che abbiamo a che fare. Le nuove tecniche sono fantastiche ma è sempre meglio fare un allenamento da vecchia scuola.

Ma sicuramente con il passare del tempo perfezioni i tuoi metodi d’allenamento, anche se i principi di base rimangono gli stessi.
Quello che cambia è soprattutto la dieta. Negli anni ho imparato a conoscere il mio corpo. So che cosa serve a prepararlo per il ruolo di Wolverine, so quanto ci vorrà e so cosa devo mangiare. La gente dice: “devi assumere tante calorie, devi mangiare questo e quest’altro”. Ma in realtà è una cosa molto soggettiva. Ho adattato la mia dieta alle mie necessità rendendola la meno deleteria per me.

E come hai fatto?
Si chiama dieta 8 e 16: mangi (tantissime proteine) per 8 ore e digiuni per 16.

È una dieta che puoi seguire anche quando non ti alleni?
Ci proverò ma ho i miei dubbi. Sento che sto arrivando alla fine di questo capitolo: mangiare una tot quantità di cibo con determinate proteine animali. Mangio almeno una bistecca al giorno. Non conosco nessun medico che raccomanderebbe 350 grammi di bistecca ogni giorno. Non credo faccia molto bene. E il mio impatto ambientale è disgustoso.

Vuol dire mangiare tanti animali.
Lo so. A un certo punto mi sono informato sulla possibilità di fare bodybuiling vegano. Ma ci sono in ballo molte proteine della canapa ed è difficile. Ho provato ma non facevo che perdere i muscoli, non riuscivo a mantenerli. I miei livelli di energia erano buoni ma il peso no.

Adesso che hai superato i quarant’anni devi allenarti di più?
Ci vuole più tempo. Non riesco a mettere su muscoli così velocemente, il mio obiettivo è mettere su 1 kg/1 kg e mezzo e so che è fattibile, che non sarà facile e che mi servirà tempo per farlo. Ma sono anche più attento a quello che mangio.

Puoi dirci qualche trucco o scorciatoia per allenarsi?
Quello che seguo con David Kingsbury, il mio personal trainer, è una specie di ciclo che mi permette di allenarmi senza farmi male, e sono proprio gli incidenti il più grande ostacolo quando ci si tiene in forma. Il mio allenamento è pesante ma lento. Pesi non eccessivi ma non per questo facili da sollevare. Anzi, è quasi più difficile che con un allenamento intensivo ma veloce perché rimani più a lungo sotto tensione. Ma non ti fai male. Adesso mi alleno per due giorni, poi mi riposo, invece che allenarmi per cinque o sei giorni di fila. Lo trovo più facile e sostenibile. È più difficile ma allo stesso tempo più facile. Non so come spiegarlo. Comunque mi diverto di più.

Sembra una cosa intensa. Dopo, come fai a rilassarti?
Medito. Lo faccio da vent’anni. Pratico diversi tipi di meditazione, mi ha davvero cambiato la vita. Non è una questione religiosa, ha più a che fare con la tecnica, una tecnica mentale, per essere precisi. La meditazione ritorna in molte religioni perché ti mette nello stato mentale più naturale possibile, quindi capisco le persone che meditano prima di pregare. Mi sembra una buona idea. Il modo migliore con cui posso descriverlo è dire che sembra di lasciar perdere tutto e tornare a casa. Sai, è un po’ quella sensazione di quando sei rilassato e, qualsiasi cosa sia successa quel giorno, te ne freghi. Sei in uno stato di rilassamento e di pace. Questo è il modo migliore di gestire la rabbia.