Kimchi superstar

Gli scienziati dell’Istituto di Ricerca Kimchi dell’Università di Busan, una città portuale nel sud della penisola coreana, hanno analizzato gli effetti sulla salute derivanti dall’uso del prodotto nazionale. La ricercatrice Yeong-Ok Song spiega che il kimchi aiuta la digestione e non solo: “ha forti proprietà antiossidanti, che prevengono l’ossidazione del colesterolo LDL e attenuano le infiammazioni”.

Non solo: come altri cibi probiotici, il kimchi ha la capacità di assottigliare il girovita. Gli studi sugli animali condotti dal team della dottoressa Song hanno mostrato come il consumo di kimchi possa ridurre il tessuto adiposo (la cosiddetta pancetta). E non è che bisogna strafarsi quotidianamente di kimchi. “Gli occidentali potrebbero ottenerne grandi benefici consumandone 30-50 grammi al giorno”. Il kimchi potrebbe essere perfino più efficace degli yogurt con i fermenti lattici per la flora batterica intestinale, dice il collega della dottoressa Song, il dottor Kun-Young Park: “i batteri benefici sono anaerobi, cioè impediscono all’ossigeno di penetrare nelle foglie. Questo li aiuta a sopravvivere agli acidi dello stomaco meglio di quanto non facciano i batteri dello yogurt,” dice Park.

In Corea quasi ogni piatto viene condito con uno o due tipi di questa salamoia, dal kimchi speziato di cavolo al kimtchi d’acqua, una variante fatta con vegetali croccanti come cetrioli o ravanelli bianchi. E se da una parte viene utilizzato come accompagnamento nei barbecue, dall’altra i coreani lo cucinano, facendolo fritto da solo o con maiale tagliato a listerelle oppure facendolo bollire negli stufati.