Jackie ickx


JACKIE ICKX, MONSIEUR LE MANS

Jacky Ickx è uno dei più grandi piloti del secolo scorso. La sua carriera inizia sulle due ruote, ma è nelle gare automobilistiche che questo campione ha davvero lasciato il segno. Pilota di Formula 1 dal 1967 al 1979, in Ferrari nel 1968 e poi dal 1970 al 1973, partecipa a 114 Gran Premi; nel 1968, a soli 23 anni, sale per la prima vittoria sul gradino più alto del podio al Gran Premio di Francia.
Ma Jacky Ickx è soprattutto celebre per le sue vittorie nelle gare di endurance, in particolare alla 24 Ore di Le Mans, che ha vinto per ben 6 volte, di cui 4 con la Porsche, tanto da essere definito Monsieur Le Mans. Pilota versatile, Jacky Ickx si è anche aggiudicato la Parigi-Dakar nel 1983, sempre con la Porsche, oltre a 5 edizioni della 1000 km di Spa, alla 6 ore di Daytona e alla 12 ore di Sebring.


Qual è la fatica più grande che deve fare un pilota alla 24 Ore di Le Mans? È uno sforzo più fisico o mentale?
La Le Mans di oggi è un vero e proprio Gran Premio: la parola endurance non dice la verità su questa corsa, che oggi è una gara di velocità dall’inizio alla fine, dove devi spingere sempre al limite dal primo all’ultimo minuto. È una gara molto stressante e impegnativa per i piloti, che devono spingere al massimo fin dal primo giro: la pressione e lo stress mentale sono altissimi sia per loro sia per gli ingegneri che lavorano ai box. In passato facevamo una grande fatica fisica e serviva un sacco di energia e di forza, perché tutti i comandi erano diretti e senza assistenza elettronica. Poi oggi ci sono 3 piloti perché il livello deve restare altissimo a ogni giro. Direi che oggi è uno stress
mentale piuttosto che fisico. Devi tenere d’occhio un sacco di cose: la carica elettrica, il motore, i freni, le temperature e così via, oltre alla gara e alla tua posizione rispetto agli altri: in questo senso i piloti di oggi sono degli eroi, tanto quanto quelli del passato.

Qual è il fattore fisico determinante? I muscoli del collo, quelli della schiena o la forza che hai nelle braccia per reggere le accelerazioni laterali a ogni curva?
Ogni cosa è al massimo livello, e ogni parte del corpo è sollecitata al massimo.
Devi essere in una forma fisica e mentale perfetta. Hanno calcolato che negli anni Settanta quando io guidavo le Ferrari dovevo esercitare una forza pari ad 80 kg sul pedale del freno ad ogni curva. È uno sforzo pazzesco se consideri che lo fai 15 volte per ogni giro e che devi fare 80 giri. Poi non avevamo i sedili imbottiti e avvolgenti di oggi, l’aria condizionata e tutto il resto.
Oggi ci sono tutti questi aiuti, mentre per noi era normale non avere niente. È difficile individuare un fattore sopra agli altri: devi sopportare il calore, la fatica, la tensione, le accelerazioni laterali e tutto il resto…


Qual è il segreto per essere un pilota senza paura?
Il rischio quando si guida è un rischio vero ma calcolato. Non ci sono segreti o trucchi. Devi essere giovane e senza paura. Se senti la paura è meglio che non guidi. Non riuscirai mai a vincere. Se hai paura ci sono tanti altri sport, a cominciare dal golf.

Qual è lo sport ideale per mettersi in forma come un pilota da endurance?
Direi prima di tutto il nuoto. Poi la bicicletta e la corsa. Ovviamente tutti questi sport non possono prescindere da una preparazione atletica completa e ben programmata.

Qual è la gara più dura che hai fatto nella tua vita? Le Mans o Parigi-Dakar?
La Dakar dura tre settimane. E fai un sacco di chilometri ogni gorno, sempre al massimo, proprio come qui a Le Mans. Invece, contrariamente a quello che si pensa, il caldo lì non è un problema, perché la Dakar si corre in inverno e le temperature difficilmente sono troppo alte.

Tu sei una leggenda: quale è stato il momento più bello della tua carriera?
Ho vinto molto e ho un sacco di ricordi.
Sicuramente sono stati speciali quei 5 anni passati con Enzo Ferrari e con tutto lo staff della casa di Maranelo di allora. È stato un momento speciale nella mia vita. Poi però ci sono anche i 10 anni passati a correre con le
Porsche, una macchina nata per vincere.

Quale consiglio daresti a un appassionato che volesse avviarsi alla carriera di pilota nelle gare di endurance?
Ho 70 anni e non ho più né segreti né trucchi da rivelare. Posso solo dirti la verità: la tua forma fisica è la chiave del successo quando sali in auto e cominci a guidare. Come in tutti gli sport, anche nell’automobilismo, la tua forma fisica è la chiave per il successo.

Qual è la miglior Porsche che hai guidato?
Ho guidato soltanto Porsche fantastiche, in tutte le categorie e in ogni epoca. È più facile dirti quale auto non mi è piaciuta. Perché in questo caso la mia memoria va subito agli anni difficili con le Lotus. Le Lotus erano auto davvero fragili e con un sacco di problemi e con loro non sono mai riuscito a finire una gara sul podio.

Una gara come quella di Le Mans può essere fonte di ispirazione per molte forme di arte: tra queste anche quella degli orologi. Chopard in primis, che è qui a Le Mans insieme alla Porsche.
Come deve essere l’orologio giusto da indossare per un pilota della Le Mans?
Chopard e Porsche hanno in comune molte cose: i dettagli, la precisione, il dominio e la lotta con il tempo. Entrambi devono essere precisi e non sbagliare niente. Nel mio caso, devo ammettere che Chopard è diventato un vero amico che mi ha permesso di partecipare addirittura alla creazione di alcuni orologi unici, come è successo per tutte le edizioni degli orologi che portano il mio nome. Una esperienza fantastica e irripetibile.