Implantologia dentale faq – 1/2

Quali sono gli esami preliminari necessari per affrontare un intervento di implantologia?

Gli esami preliminari necessari si riducono quasi sempre a una visita e a una lastra panoramica. Solo dove è necessario verificare le quantità di osso disponibile, o la vicinanza di nervi, è consigliabile una TAC, possibilmente tipo Cone-Beam 3D, che individua lo spessore e l’altezza dell’osso dove sarà alloggiato l’impianto.

Come si procede, quindi?
Fatti gli esami preliminari, il paziente deve affrontare un intervento standard con anestesia locale. Dopo l’intervento si aspettano dai 3 agli 8 mesi prima di posizionare il perno e poi il dente vero e proprio, in modo da favorire al massimo la guarigione della gengiva e la fissazione del titanio all’osso. Il paziente deve assumere per qualche giorno l’antibiotico, un antinfiammatorio e usare i colluttori antisettici, oltre a togliere i punti dopo una settimana e a imparare a pulire la zona operata nel modo corretto.

È vero che più spende mano spende?
Sì. Gli impianti garantiti e di marca sono sterili e viaggiano in una confezione sigillata con carta di identità dove vengono riportati data di produzione, scadenza, modello, dimensioni e ovviamente la data in cui l’impianto viene inserito nell’osso del paziente. Così come le protesi ortopediche che vengono installate da decenni nelle ossa, gli impianti sono in titanio trattato in superficie, un materiale altamente biocompatibile che non viene riconosciuto come estraneo dal nostro corpo. Ma anche qui la purezza e i gradi del titanio di cui è composta la lega biocompatibile fanno la differenza: più sono puri più garantiscono la tenuta nell’osso. E possono quindi restare nella loro sede, all’interno dell’osso, per tutta la vita.

Quali sono i rischi legati all’implantologia?
Se l’intervento è fatto da un professionista, l’unico rischio è quello di una infezione, cioè di una perimplantite, che può insorgere attorno all’osso dell’impianto. Ma anche questo è un caso raro e non dipende quasi mai dall’impianto ma dal tipo di igiene che si tiene e dalla flora batterica. E comunque di nuovo niente paura: nel caso si perdesse, due mesi dopo se ne può inserire un altro!

Dino Azzalin (www.azzalin.it), medico chirurgo-odontoiatra (classe ‘53), laureato a Pavia, ha lavorato all’Ospedale di Varese e ha studiato all’Università di Goteborg per la Parodontologia e l’Implantologia, proseguendo gli studi negli USA e in Sudamerica per la Gnatologia e la Chirurgia ricostruttiva. Collabora con l’Università dell’Insubria e ha fondato l’APA (Amici per l’Africa), una Onlus che si occupa di progetti sanitari nei Paesi in via di sviluppo. È past-president Albo degli Odontoiatri e AIO (Associazione Italiana Odontoiatri) e presidente CUAMM, Medici con l’Africa di Varese.