Il mito tutto americano del fast food

IL MITO TUTTO AMERICANO DEL FAST FOOD
Un pranzo in compagnia &anti crisi
Il fast food e? nato a Rhode Island, sulla costa orientale. Li? nel 1872 ha aperto quello che di fatto era un vagone ristorante trainato da cavalli. A gestirlo era un certo Walter Scott, che serviva sandwich e caffe? davanti alla redazione del Providence Journal. Questo fast food, come i successivi, privilegiava la velocita? del servizio e la spesa ridotta, a sfavore del sapore e dei gusti dei clienti. All’inizio del XX secolo pero? un imprenditore chiamato Patrick J. “Pop” Tierney ha cambiato tutto, aggiungendo semplicemente un bagno. Portando dentro quello che una volta stava fuori (la toilette), e dando al suo locale il look di un vagone ristorante di prima classe, Tierney ha creato un ambiente piu? accogliente e piacevole che gli altri fast food ben presto hanno copiato. Negli anni Venti nei fast food sono arrivate le poltroncine e le sedie a dare manforte agli sgabelli, che le clienti femminili consideravano poco femminili e adatti solo a donne di dubbia moralita?. Questo non vuol dire che il fast food nel frattempo avesse perso la reputazione di posto frequentato dai poveracci e da gente poco raccomandabile. E? proprio questa reputazione che l’ha aiutato a non fallire durante gli anni di crisi.

Alla fine degli anni Sessanta c’e? stato un generale rinnovamento urbanistico ma i fast food sono rimasti perche? erano il posto dove potevi andare a mangiare cose semplici, spendendo poco e chiacchierando quanto volevi senza che un cameriere ti cacciasse via. Non c’e? nessun altro genere di ristorante che accoglie tutti: i cattivi, gli sbandati, i poveracci…
Pensiamo a icone culturali come Jack Kerouac, autore del celebre romanzo Sulla strada, che apre il suo romanzo Visioni di Cody con la lunga descrizione poetica di un fast food con un bancone “vecchio, scheggiato, segnato, inciso” che porta “le cicatrici del coltello i segni di decenni di unto cibo delizioso”.
Pensiamo ad artisti come Edward Hopper, il pittore di Nighthawks (I nottambuli), o Tom Waits, che nella sua canzone Eggs and Sausage dice: “e? una sciarada da cimitero, e? una mascherata da turno di notte” e “e? caffe? freddo in una nuvola di nicotina”. Pensiamo a scene di film come Natural Born Killers, Pulp Fiction, Piccolo Cesare e Alice non abita piu? qui.
Pensiamo all’agente speciale Dale Cooper di Twin Peaks a Mr. Pink di Le Iene e a Tony Soprano dei Soprano.
E? questo il genere di fascino del fast food: sai sempre che cosa ordini ma non sai mai chi incontri.