Il metabolismo, questo sconosciuto – 2/4

Come abbiamo visto, in un individuo sano, al variare della quantità di cibo introdotta nel corpo, il metabolismo dovrebbe riuscire a trovare un equilibrio per scongiurare sia rapidi dimagrimenti sia repentini aumenti di peso. Perché allora per un numero sempre più crescente di persone le cose non funzionano così?
 

È giunto il momento di denunciare il ruolo nefasto dell’industria alimentare moderna, forse il Nemico Numero Uno del nostro metabolismo. A partire dagli anni Sessanta, gli scienziati che vi lavorano hanno saputo creare un mix potente di zuccheri, sale e grassi che, aggiunto ai cibi industriali, fanno sì che il nostro corpo non si senta mai davvero sazio, indipendentemente dalle calorie assunte.
 

L’esempio tipico sono le patatine: avrai di sicuro notato quanto è difficile fermarsi prima di finire tutta la confezione. Più ne mangi, più ne vorresti, nonostante sia un cibo altamente calorico e, in teoria, dal grande potere saziante. Il nostro metabolismo non era programmato per resistere all’attacco di questi nuovi cibi, che rappresentano per il nostro cervello un vero e proprio “premio” e che sono disponibili ovunque e a tutte le ore in una quantità impensabile fine a qualche decennio fa.


"Il cibo stimola diverse parti del cervello, incluse le regioni associate con la ricompensa” spiega Stephan Guyenet, un neurobiologo che studia i problemi legati all’obesità. "Andando a stimolare direttamente queste aree, puoi avere un impatto profondo sulle preferenze relative al cibo e sul grasso corporeo”. I produttori industriali lo sanno bene e fanno di tutto per massimizzare questo senso di premio e di ricompensa.
 

Vedremo nei prossimi giorni quali sono gli effetti nefasti per il tuo metabolismo di un consumo massiccio dei questi cibi industriali ricchi di grassi, sale e zucchero.