I giochi virtuali

UCCIDERE PER GIOCO
È un dato di fatto: i videogame in cui devi uccidere i tuoi nemici sono sempre più coinvolgenti e il loro successo sembra crescere senza sosta.
Ecco perché gli studiosi hanno cercato una risposta alla domanda che da sempre accompagna questo successo: questa violenza virtuale trasformerà i nostri figli in assassini?


UN ESPERIMENTO SOCIALE
Da 20 anni il mondo è coinvolto in un esperimento sociale senza precedenti: che cosa succede quando milioni di persone, la maggior parte delle quali ragazzi giovani, fanno finta nel modo più realistico possibile e spesso per ore e ore di seguito di essere killer professionisti?
Questo gioco aumenta le probabilità che un giorno si trasformeranno in veri assassini?
Influenza in altri modi la loro personalità?
A giudicare dalle sparatorie sempre più frequenti nelle scuole e dalla violenza che i ragazzini dimostrano ogni giorno di più verso chi è diverso da loro (ragazze, persone grasse, omosessuali, secchioni, handicappati, animali…) forse questi videogame qualche effetto negativo ce l’hanno davvero...


I GIOCHI VIRTUALI TI INSEGNANO A UCCIDERE?
Eppure gli studi scientifici sugli effetti dei videogame violenti non sono concordi.
Da una parte c’è un gruppo di ricercatori, sostenuti da dozzine di studi, che sono convinti che l’infatuazione di massa per videogame come World of Warcraft e Gran Theft Auto siano una minaccia per la salute pubblica e che ci rendano più aggressivi e meno sensibili alla violenza.
Questi esperti sostengono anche che sono soprattutto i maschi a essere esposti a questo rischio e che hanno più del doppio delle probabilità delle ragazze di sviluppare una dipendenza da videogame.
“Non possiamo dire se questo genere di giochi spinga alla violenza fisica ma sicuramente portano a sviluppare un comportamento aggressivo”, dice Brad Bushman, professore di psicologia e della comunicazione alla Ohio State University che ha passato gli ultimi 25 anni a studiare gli effetti della violenza nei media.
È anche autore di quella che è probabilmente la ricerca più persuasiva sull’argomento, un’analisi comparata del 2010 che ha preso in considerazione più di 100 studi precedenti.
Le conclusioni di questo studio sono le seguenti: giocare a videogame violenti è, insieme all’uso di sostanze stupefacenti, alla povertà e a genitori violenti un fattore di rischio sia per l’aggressività a breve termine sia per lo sviluppo di personalità aggressive.


O VIDEOGAME INNOCUI PER BRAVI RAGAZZI?
Ci sono anche studi che sostengono l’opposto, ovvero che i videogame sono innocui. Questi ricercatori sostengono che la maggior parte degli studi che sono stati fatti sono prevenuti e che gli studi oggettivi invece non indicano nessuna tendenza aggressiva o violenta negli appassionati di videogame. Anzi sostengono che si tratta di un caso di paura del diverso: le persone demonizzano i videogame solo perché non li capiscono e non ci giocano. “Ovviamente i videogame hanno un effetto su di noi, altrimenti non ci giocheremmo”, dice Christopher Ferguson, professore di psicologia clinica alla Stetson University e oppositore dei critici di videogame.
“Ma questi effetti non influenzano negativamente la salute pubblica.”
L’industria dei videogame, che nel 2013 ha fruttato circa 93 miliardi di dollari globalmente, ha sorpassato quella cinematografica. Considerando che 4 o 5 dei videogame più popolari dell’anno scorso erano incentrati su missioni violente e sull’uccisione dei nemici, gli sviluppatori di software e i produttori dei lettori di videogame dovrebbero sentirsi in colpa se i videogame si dimostrassero una vera minaccia per il futuro dei nostri ragazzi. Ma soprattutto la popolarità di questi giochi potrebbe significare che ci sono in giro tanti potenziali assassini, ai quali basta uno screzio per diventare killer reali, creati dai videogame. Come Adam Lanza, il ventenne responsabile della sparatoria alla scuola elementare Sandy Hook, in Connecticut, nel 2012, che aveva all’attivo più di 500 ore di gioco in Combat Arms, durante le quali ha ucciso 83496 persone (di cui quasi 23000 sparando alla testa).