Dwayne johnson

DWAYNE JOHNSON
IL CODICE SEGRETO DEL GUERRIERO
Per il mondo è un action hero tutto muscoli che trita gli avversari a pugni, nel wrestling e al cinema. Ma lì il risultato è scontato: è scritto sul copione che vincerà lui. Nella realtà invece le cose sono un po’ diverse. Sui suoi 43 anni Johnson ne ha di cose da raccontare, talmente tante e particolari che potresti farci un film.

Dwayne Johnson è nato povero e da ragazzo ha anche avuto a che fare con la legge. A 14 anni lui e sua mamma sono stati sfrattati dalla loro casa di Honolulu. “Ricordo di aver pensato che avrei fatto di tutto per evitare che succedesse di nuovo”, dice. Il primo passo per mantenere la promessa che aveva fatto a se stesso è stato andare in palestra. Suo padre era un wrestler quindi per lui, e per suo figlio che aveva imparato da lui, essere in forma significa essere forti.
Il secondo passo è stato mettere a frutto quei muscoli: ha vinto una borsa di studio alla University of Miami e poi un campionato nazionale con i Miami Hurricane.
Il terzo passo è stato quello di avere sempre un piano B. Mentre giocava con i Miami si è infortunato ed è finito in panchina e questo gli è costato l’esclusione dalla NFL (National Football League). Così è finito a giocare in Canada ma è stato licenziato dopo la prima stagione. Era in crisi e ha anche rotto con la fidanzata, Dany Garcia (la donna che poi ha sposato). Non ama parlarne ma è stato uno dei suoi periodi più neri. La battaglia che si trovava a combattere non aveva un finale già scritto come nei film o sul ring.
Le cose sono migliorate quando Johnson ha convinto suo padre ad allenarlo per fare il wrestler professionista. Ha imparato abbastanza mosse da entrare nella lega inferiore guadagnando 40 dollari a serata. All’epoca il suo unico obiettivo era fare del suo meglio. L’idea non era di entrare nel mondo del wrestling per fare i soldi: “volevo solo fare qualcosa di buono, guadagnare quel che potevo per aiutare i miei e cambiare le circostanze della nostra vita”.

JOHNSON È UN GUERRIERO
Da parte di madre è mezzo samoano e discende dalla famiglia di Malietoa, o capi, di Samoa. Probabilmente hai visto su Youtube i samoani moderni che si esibiscono nelle loro danze, pestando i piedi, piegandosi e sollevando i gonnellini di erba per mostrare i quadricipiti e il torso tatuati. Il nonno di Dwayne, un wrestler professionista che si faceva chiamare High Chief (Grande Capo) ha reso omaggio ai suoi bellicosi antenati con i tatuaggi che sono diventati parte del suo personaggio sul ring.
E Johnson ha creato un suo tributo: i simboli polinesiani sul bicipite, sul pettorale e sulla spalla sinistri. Che ruolo ha la sua eredità di guerriero in quest’epoca moderna? Per Dwayne è difficile da spiegare. “Farò tutto quello che posso per proteggere ed eccellere con le mie mani”, dice.
Sembra uno slogan, una frase da postare su Twitter. Ma è vera. Johnson la riassume così: un uomo oggi non deve aver paura di osare, nell’amore e nella carriera. Un secolo fa i nostri antenati hanno fatto cose molto più pericolose solo per sopravvivere. “Quella che ti sembra una sfida, un ostacolo insormontabile, probabilmente non lo è”, dice. Johnson non è l’unico a cercare il sostegno degli antenati. La cosiddetta Male Warrior Hypothetis, così definita nella rivista Philosophical Transactions, sostiene che gli uomini nei secoli si sono raggruppati in tribù per restare motivati, per correre dei rischi, per sconfiggere il dolore e costruire imperi. Chi univa le proprie forze aveva maggiori probabilità di sopravvivere (e di riprodursi). Uno studio pubblicato su Psychological Science dimostra che chi è in gruppo ridimensiona di più e meglio le minacce ed è disposto a sacrificare la propria salute, il proprio tempo e la sua energia per il successo del gruppo.

ASSALTO A HOLLYWOOD
Nel 2001, con il suo alter ego The Rock ormai consolidato, ha tentato l’assalto a Hollywood. Ha recitato una piccola parte in La Mummia – il ritorno, dove interpretava il Re Scorpione. Poi nel seguito, omonimo, che ha sbancato il botteghino. Ma Johnson non voleva legare la sua carriera a un solo genere di personaggio, così a un ceto punto ha accettato altri ruoli e snellito il suo fisico da wrestler. Nel 2006 era quasi irriconoscibile. Era più magro, con un taglio insolito. E non si piaceva per niente. Si presentava di volta in volta con vari nomi: The Rock, D.J., Dwayne… Crisi di indentità? Quando inizi a dubitare di te stesso è difficile uscirne.
Johnson ha fatto l’attore, il wrestler, il doppiatore. “Ho imparato con fatica e sulla mia pelle che la cosa migliore che potevo essere era me stesso”, dice.
È questo il problema della vita reale: alcuni problemi non li fai a pezzi in due ore come fai nei film. Per far fronte alla realtà Johnson aveva bisogno di motivazione e di decisione.
La chiama “la manna del guerriero”, è una forza spirituale a cui lui ha imparato ad attingere per andare avanti senza farsi sconfiggere dalle sfide della vita. Il suo atteggiamento lo ha ripagato, in primis sul set. Johnson attualmente è il secondo attore che fa guadagnare di più al botteghino (con 52 milioni di dollari stimati l’anno scorso. Il primo è Robert Downey Junior).
Quest’anno The Rock è già apparso in un blockbuster: Fast and Furious 7. Il prossimo film in cui reciterà è un disaster movie, San Andreas. Il suo personaggio, il pilota Ray Gaines, salva tutti quanti senza nemmeno doversi togliere la maglietta. E ovviamente le dà di santa ragione al cattivo di turno. “Dà sempre soddisfazione prendere a pugni un cattivo”, dice. Sul set naturalmente.
Ma Johnson non vuole fare solo l’action hero. Ha molti progetti, come il programma Wake Up Call (in cui aiuta persone normali a gestire sfide straordinarie) e la serie TV Ballers (in cui interpreta un giocatore di football professionista diventato manager finanziario per rimettere in sesto la sua vita). “In film come San Andreas”, dice, “interpreto un uomo coraggioso che ha i suoi alti e bassi e che alla fine risolve la situazione, ma nella vita reale hai
più bassi che alti e non sempre riesci a risolvere le cose.”
Johnson ammette di avere le sue difficoltà. “Ho un lavoro che mi piace ma al di là della carriera cerco anche di essere un buon padre”, dice, per la figlia adolescente avuta dalla ex moglie Dany (da cui ha divorziato nel 2008). “Anni fa ripetevo così spesso ‘scusami, mi dispiace’ che avrei dovuto tatuarmelo sul braccio per fare prima. E anche adesso non scherzo, probabilmente tra una settimana mi morderò la lingua per le cose che dico e faccio oggi.”



IDENTIKIT DI DWAYNE JOHNSON

Mantra personale: “Migliora te stesso”
Soprannome hot: “l’hula orizzontale”
Ora in cui ti svegli: “Mi piace battere il sole. Mi bastano 5 ore di sonno per essere riposato”
Etica sul lavoro: “Se è un esercizio che non ti piace di solito porta dei vantaggi”
Per arrivare al successo: “Non c’è modo di evitare di fare fatica. Ottieni quello per cui hai lavorato duramente”.