Correre sopra i problemi

Il primo segnale di miglioramento l’ho avuto durante una 10 km a primavera. In autunno, avevo già abbassato di ben 30 secondi il mio record sulla 5 km e fatto segnare il tempo, prima impensabile, di un’ora e 27 minuti per la mezza maratona. Ma la prova vera e propria era la Outer Banks Marathon, in Nord Carolina.

La partenza era alle 7:20 di una calda mattinata di novembre. Ho iniziato lentamente e mi sono goduto la brezza marina. Mi sentivo rilassato e presto mi sono trovato a ricambiare i saluti del pubblico, mentre superavo il cartello dei?12 chilometri. Ho sentito un leggero dolore al piede sinistro intorno al chilometro 13 ma ho fatto finta di niente. Il resto dei km è passato velocemente. Nemmeno un lungo ponte in salita mi ha rallentato mentre correvo verso il tempo finale di 3:19, sei minuti in meno di quello fatto segnare a Filadelfia. Non è stato un miglioramento pazzesco ma è stato comunque il mio

record personale.

“Hai una frattura da stress”, mi ha detto?il mio podologo poche settimane dopo, quando ha dato un’occhiata al mio dolore al piede. Mi ero fatto male prima della gara, inciampando goffamente su un?ramo, e avevo pensato che il dolore nei giorni seguenti fosse dovuto al piccolo ematoma. “Sinceramente non so come hai fatto a correre la maratona”. Se lo avessi saputo non avrei corso. Ma evidentemente, distribuendo equamente il peso del corpo su entrambi i lati, la respirazione ritmica mi ha aiutato non solo a completare la gara ma anche a tenere sotto controllo lo stress del piede rotto. Ora che sono guarito, mi sono dato un nuovo obiettivo: finire la mia prossima maratona sotto le 3 ore.