Mario Silvestri ci racconta come non sempre esci vincitore dalle sfide, per quanto ti sia preparato. Ma anche gli insuccessi certe volte fanno bene, perché ti stimolano a dare di più, a fare ancora di meglio e a superare te stesso la prossima volta. Perché quello che non ti uccide ti rende più forte.

Silvestri e il record

“Succede anche ai migliori. Ai più grandi. È stata questa la frase che ha lenito un po’ le bruciature della mia ultima sfida. L’assalto al record sui 60 minuti di burpee passando per l'intermedio dei 15 minuti. Una sfida con un retrogusto amaro. Amaro perché ne è venuta fuori una mezza sconfitta: sui 60 minuti mi sono fermato tanto indietro, troppo indietro. Sui 15 siamo in forse, ma comunque ben sotto le aspettative. E tutto per una crisi gastrointestinale!
Ho dedicato più di 9 mesi alla preparazione di questo record. Burpee su burpee (quello tanto criticato nel primo record e la cui forma abbiamo cercato di spiegare su Men’s Health), quasi più di 30.000 in mesi. Una preparazione fisica, mentale, di tutto quello che può esserti utile per affrontare una sfida del genere. Puoi criticarne la forma, il contenuto, ma un’ora nella stessa posizione, con lo stesso movimento, limando le pause al lumicino e portando un ritmo costante dall’inizio alla fine di circa 33 burpee al minuto è devastante sotto tutti i punti di vista. E allora via, allenamento dopo allenamento per avvicinarti sempre di più al tuo sogno.
E invece una serie di fattori ha tirato fuori la mia umanità. La mia semplicità. Il mio non essere un vero atleta ma un ragazzo che prova a superare se stesso. Stavolta pretendendo forse troppo e peccando di inesperienza. Già dal riscaldamento ho sentito che qualcosa non andava. Entrato in pedana dopo circa 150 burpee avevo già i crampi allo stomaco. Sui 15 minuti ho chiuso con 419 burpee contro i 470 che portavo in allenamento. Forse verrà comunque convalidato, ma andrà subito riprovato e messo al punto giusto. Sui 60 minuti ho chiuso a 1167 con i 1840 che avrei dovuto battere. Quando hai mal di pancia e devi correre prova a fare qualche burpee e ti renderai conto di cosa si prova a farne 1167. Una crisi portata forse da un caffè, forse da un gel pre-gara, uniti ad ansia e stress…e il pasticcio è combinato.
Ora dopo qualche settimana di stop e allenamenti volti al solo gusto di allenarsi è tempo di rimettere quelle scarpette e pensare al prossimo record che avrà qualcosa di più umano. Ho bisogno, dopo la conquista del primo record, di consacrarmi nel panorama Guinness World Record provando a battere qualcosa di “meno” stratosferico e farmi le ossa in questo panorama che non perdona, e poi c'è un conto in sospeso con quei 60 minuti.
Spero di potervi raccontare di un altro successo più in là. Ciò di cui sono sicuro è che fermarsi e arrendersi in quella crisi non è proprio per me. Io sogno una vita da Guinness World Record.”