Ansia da metropoli, ne soffre un italiano su due.

Milano, Roma, Napoli e Torino sono per molti il trampolino di lancio nel mondo del lavoro e location ideali per fare nuovi incontri, cogliere opportunità e divertirsi. Talvolta, però, le stesse città si rivelano trappole di luci, smog, aspettative deluse, solitudine. Come nel caso del 53% dei 1.200 connazionali intervistati da Found!, la prima mood communication agency in Italia, per i quali la vita nelle metropoli è sinonimo di stress e ansia. Complici la precarietà economica (64%), i problemi familiari (29%), la percezione della criminalità (18%), l’inquinamento (14%). I più esposti? Le donne (51%) e gli adulti tra i 36 e i 45 anni (34%).

“Molte persone si trasferiscono nelle metropoli alla ricerca di un lavoro, ma oggi lavorare è difficile. Innanzitutto perché in molte occasioni viviamo necessariamente la dimensione della precarietà e questa, per definizione, genera ansia” spiega lo psichiatra e Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano Michele Cucchi “Inoltre, i ritmi sono sempre più frenetici perché si ha la sensazione che manchi il tempo. Si ha sempre bisogno di rincorrere un obiettivo senza mai ‘sentirsi sul pezzo’: questo è un elemento che produce uno stato d’ansia perenne. Non solo però nell’ambito lavorativo: un esame, l’arrivo di un figlio, un matrimonio, l’amore, una novità, un viaggio… Tutto può diventare motivo di stress o essere vissuto con naturalezza. Sembra un paradosso, ma così come è migliorata la qualità della vita, sono aumentati anche i motivi per sentirci fragili. E quindi in ansia”.

Nei prossimi giorni scopriremo meglio quali sono i principali fattori ansiogeni e come possiamo fare per tenerli a bada.